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HAAPSALU 2019

Recensione: Casa de sudor y lágrimas

di 

- Nel film d'esordio di Sonia Escolano, presentato al più grande evento di genere nei Paesi Baltici, "meno" si traduce in "più" claustrofobico

Recensione: Casa de sudor y lágrimas

Il film d’esordio di Sonia Escolano, Casa de sudor y lágrimas [+leggi anche:
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, presentato all’Haapsalu Horror & Fantasy Film Festival (25-28 aprile), sicuramente sa come fare un’entrata, aprendo con una donna che rompe un vetro solo per infilarselo prontamente nelle proprie scarpe. Ma sebbene sia doloroso vederla camminare via, è consigliabile seguire i suoi passi, poiché Escolano non ha bisogno di orpelli o trucchetti per attirare l'attenzione della gente. Tutto ciò che le serve è qualche vetro e guscio d'uovo affilato per dare una valida idea dell'ossessione religiosa che tutto consuma, poiché tutte le voci della ragione che ascoltiamo qui si infrangono con altrettanta facilità.

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Incentrandosi senza sosta su un piccolo culto che auspica la redenzione attraverso la preghiera e il dolore – e come, se no? – Escolano potrebbe avere una conversazione interessante con Pascal Laugier, del famigerato film del 2008 Martyrs [+leggi anche:
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(che, sorprendentemente, è stato anch’esso proiettato all'edizione di quest'anno del festival estone). Ma dove il suo approccio era quello di trarre quanto più sangue possibile dalle sue eccezionali donne protagoniste, Escolano sembra essere molto più interessata alle emozioni represse. Il che le riesce complessivamente bene, anche se ci si chiede se tale contenzione fosse davvero necessaria, perché Casa de sudor y lágrimas, claustrofobicamente atmosferico e ambientato in un luogo apparentemente privo di ossigeno, sicuramente non farà venir voglia ai critici di suggerire una bella doccia dopo la proiezione. E chi scrive aggiungerebbe "preferibilmente accompagnata da molti colpi e da singhiozzi incontrollabili". Il che può essere una buona cosa, a volte.

Ma a Escolano non importa molto di questo dramma e crea un universo tanto modesto quanto spaventosamente realistico, con un’anziana leader che controlla il suo gregge vestito di bianco con l'aiuto di lunghe (e sudate) visioni e un'indiscussa obbedienza che mette alla prova quasi ogni giorno, come se cercasse di vedere fino a dove può arrivare: se ti separi dal tuo uovo – recita una sfida particolarmente creativa – significa che non ami Gesù. Se all'inizio sembra ridicolo, in realtà non lo è, poiché anche senza sprecare tempo in spiegazioni o retroscena, è facile credere in questa piccola folla che attende con impazienza, come la regista finlandese Zaida Bergroth (dell'imminente Maria's Paradise [+leggi anche:
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, anch’esso su un culto) ha recentemente dichiarato a Cineuropa, di "dare tutta la responsabilità a qualcun altro". Così impazienti, infatti, da non poter nemmeno stare fermi sui loro piedi profondamente sfregiati, frustrati piuttosto che liberati da una sorprendente lotta per il potere: persino in un seminterrato poco illuminato, "ne resterà soltanto uno". E mentre ascoltano con entusiasmo l'affermazione che "è il tempo di Satana, il mondo è corrotto e ci sarà il caos", è difficile non pensare a quante persone vorrebbero che queste parole diventassero realtà. Forse quella doccia non sarebbe affatto male, dopo tutto.

Scritto da Sonia Escolano, Casa de sudor y lágrimas è prodotto da Escolano e da Francisco Javier González per Sudor y Lágrimas Films. Viene distribuito in territori selezionati da Rock Salt Releasing, il marchio indipendente di vendite e distribuzione lanciato da TriCoast Worldwide.

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(Tradotto dall'inglese)

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