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CANNES 2019 Concorso

Recensione: The Dead Don't Die

di 

- CANNES 2019: Il fim d'apertura di Jim Jarmusch, prodotto con la svedese Film i Väst, introduce correttamente il concetto di coffee zombie nel mondo. E il mondo ringrazia

Recensione: The Dead Don't Die
Adam Driver, Chloë Sevigny e Bill Murray in The Dead Don't Die

Dopo un bel po’ di aperture cupe negli ultimi anni – anche se c'è chi è ancora convinto che il contorto I fantasmi di Ismael [+leggi anche:
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Q&A: Arnaud Desplechin
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di Arnaud Desplechin sia, di fatto, una commedia – il Festival di Cannes ha dato il via alla sua 72ma edizione con un film che in qualche modo si trasforma in un grido di inclusione. L'icona indie Jim Jarmusch dimostra non solo che gli zombie meritano un posto nel mondo, ma che possono giungere persino alla sua più prestigiosa competizione cinematografica, anche se The Dead Don’t Die [+leggi anche:
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alla fine sembra più il prodotto di un tumultuoso fine settimana fuori città che una dichiarazione politica – e non c’è animale domestico di nome "Rumsfeld" che possa cambiare ciò. Lo stesso vale per i cappelli MAWA (che sta per "Make America White Again"), che danno l'idea di quanto sottile sia davvero l'intera gag.

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Per quanto difficilmente innovativa possa essere una storia di morti viventi, qui si avverte almeno una chiara affezione per la formula, con allusioni a George A. Romero, poliziotti di provincia che si imbattono in qualcosa che preferirebbero ignorare e civili indifesi che affrontano l'improvvisa epidemia in ogni modo possibile. Per tutto il tempo, si crogiolano nella loro gloria di superstar, giacché la promessa del "più grande cast di zombie mai smontato" diventa realtà grazie a Bill Murray, che mette a frutto la sua esperienza in Zombieland, Adam Driver, Chloë Sevigny e la stella pop Selena Gomez. È forse un altro caso di cast di prima categoria che si diverte molto più del suo pubblico? Decisamente sì. Ma per ogni battuta che manca il segno, o ogni cenno alla canzone principale del film del cantante country Sturgill Simpson – e ce ne sono tante – hai in compenso Tilda Swinton in quello che potrebbe essere uno dei suoi ruoli più folli e con il più forte accento scozzese di sempre. Il che è tutto dire, visto che viene da Suspiria [+leggi anche:
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, dove interpretava un personaggio che sembrava Jabba the Hutt con abiti couture.

Quanto alle creature stesse, guidate da Sara Driver e Iggy Pop, in realtà riescono a mostrare una certa personalità tra un gemito e l'altro. "Gravitano attorno alle cose che facevano quando erano vivi", nota il personaggio di Adam Driver, ed è proprio quello che succede, in particolare con una coppia che a malapena sta in piedi ma continua a chiedere più caffè di tutta la popolazione finlandese messa insieme, quasi riecheggiando il Dead Man di William Blake e il suo grido esasperato: "Io non sono morto. O sì?!". Sebbene questa idea sia già stata esplorata in un videogioco chiamato Plants vs. Zombies, anche se in una forma più hipster, tutto ciò si adatta bene all’universo di Jarmusch, che si alimenta di ironia e caffeina dal 1980. "Benvenuto nel mio mondo", dice Tom Waits, osservando la calamità da dietro i cespugli – e, francamente, potrebbe centrare il punto. È solo un peccato che per essere una vera apocalisse, questa sia piuttosto tediosa.

Scritto da Jim Jarmusch, The Dead Don’t Die è prodotto da Joshua Astrachan e Carter Logan in associazione con Longride, Animal Kingdom, Chimney e Film i Väst. Il film è distribuito da Focus Features (Stati Uniti) e Universal Pictures; ICM Partners detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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