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ART FILM FEST 2019

Recensione: Loli Paradička

di 

- Il debutto di Víťo e Richard Staviarsky potrebbe essere una tragicommedia su una coppia di amanti sfortunati, invece gioca al razzismo e alla misoginia per suscitare risate

Recensione: Loli Paradička
Kamilka Mitrášová e Michal Iľkanin in Loli Paradička

La società slovacca è pronta per l'inconsueto amore tra una donna rom e un disabile slovacco? L’esordio alla sceneggiatura e alla regia del duo padre-figlio Víťo e Richard Staviarsky sembrerebbe cercare la risposta nel film Loli Paradička [+leggi anche:
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intervista: Marka Staviarska
scheda film
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, che ha debuttato nella sezione Slovak Season dell'Art Film Fest a Košice, in una sala gremita. Il film, tuttavia, non risponde a questa domanda, piuttosto ne solleva altre. Invece di presentare una storia triste ma divertente di amore complicato, il film vive di battute scadenti e una trama banale, con minoranze etniche e donne che servono da espedienti comici.

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Il film racconta la storia di Milan (Michal Iľkanin), un uomo slovacco con una gamba sola che vende prodotti ai mercati di strada e vive con sua madre, e Veronika (Kamilka Mitrášová), una donna rom che è scappata di casa per non essere costretta a sposarsi. Si incontrano in un mercato dove Veronika – naturalmente, sembrerebbe – cerca di rubare orecchini dalla bancarella di Milan. Ma l’uomo ha pietà di lei e decide di comprarle del cibo, il che sembra aprire la porta del cuore di una donna rom, poiché non riesce a liberarsi di lei per il resto del film. Ma va bene, dal momento che il film mette lo spettatore di fronte al fatto compiuto che i due si sono innamorati senza che si veda mai un momento di intimità fra loro.

Tutto ciò potrebbe essere imputabile a uno script debole, scritto da principianti, ma c'è molto altro da discutere. La storia si svolge in una realtà che si rivolge a un pubblico bianco eteronormativo che ancora ride di barzellette razziste e misogine. Veronika è una donna superficiale e sciocca, le cui uniche caratteristiche sembrano quelle di essere bella e sedurre Milan con una voce roca da pornostar.

L'unico scopo di Milan è quello di evitare la sua condanna a rimanere scapolo. Il suo stato di handicap e le condizioni di vita attuali lo rendono meno di un uomo eteronormativo, il che significa che non è abbastanza virile per avere una "donna vera". È proprio questo che dice a sua madre quando lei si lamenta che dovrebbe avere una ragazza appropriata. Lo spettatore viene lasciato a chiedersi se Veronika sia semplicemente un premio di consolazione o un oggetto di vero amore. A Milan viene offerta la possibilità di recitare ripetutamente il ruolo del suo salvatore bianco e recuperare così la sua virilità.

Ciò include darle un lavoro. "Non è meglio di rubare?" le chiede, tradendo la visione della sceneggiatura di Staviarsky e il loro punto di vista sul fatto che le persone rom hanno sempre un’altra scelta. Veronika diventa una donna compiacente, in netto contrasto con la sua stessa gente, che continua a essere ritratta come losca.

Ma i rom non sono gli unici a ricevere stoccate. L'amico di Milan dichiara che dopo un disguido in cui un vietnamita è stato scambiato per un cinese, ora può finalmente dire quale sia la differenza: i cinesi sono "più gialli in faccia". Se questi e tutti gli altri insulti avessero lo scopo di rivelare una società o un'ideologia, potrebbero funzionare. Ma per il duo Staviarsky, sono solo un espediente comico. Alla fine, il film non è un discorso su come superare gli archetipi e trovare l'amore, bensì abbraccia vecchi stereotipi.

Loli Paradička è una produzione slovacca di Staviarsky e Radio and Television Slovakia. Il film è distribuito da Forum Film.

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(Tradotto dall'inglese)

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