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EDIMBURGO 2019

Recensione: The Deposit

di 

- Il nuovo film di Ásthildur Kjartansdóttir, basato sul romanzo omonimo di Auður Jónsdóttir, è un dramma psicologico avvincente

Recensione: The Deposit
Claire Kristinsdóttir, Raffaella Brizuela Sigurðardóttir, Enid Mbabazi e Elma Lísa Gunnarsdóttir in The Deposit

Gísella (Elma Lísa Gunnarsdóttir) è una problematica giornalista islandese di 40 anni affogata nei debiti, che decide – nondimeno – di lasciare il suo lavoro stabile, poiché aspira a scrivere storie più dure e non condivide la linea editoriale del suo capo. Nella sua disperata ricerca di una nuova occupazione, finisce per scrivere un articolo da freelance sull'attuale crisi immobiliare che il paese sta affrontando. Mentre approfondisce la questione, decide di affittare due camere nella sua casa di Reykjavík a tre donne immigrate: Marisol dal Messico (Raffaella Brizuela Sigurðardóttir), Abeba dall'Uganda (Enid Mbabazi) e sua figlia di nove anni, Luna (Claire Kristinsdóttir). La première britannica di The Deposit [+leggi anche:
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di Ásthildur Kjartansdóttir avviene nell'ambito della sezione European Perspectives Strand dell’Edinburgh Film Festival 2019, e il film è in corsa per il premio del pubblico del festival.

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La storia, basata sull'omonimo best-seller di Auður Jónsdóttir, pubblicato nel 2006, ha tutti gli ingredienti giusti per creare un dramma psicologico avvincente, e così è. Kjartansdóttir ha scritto e diretto questo lungometraggio con saggezza, evitando personaggi e dialoghi prevedibili, e descrivendo le vicissitudini di quattro donne complesse, tutte con un retroterra problematico e infelici nelle loro vite. Gli spettatori capiranno che il tema centrale qui non è l'integrazione e le sue sfide, ma piuttosto l'isolamento culturale e la paura cronica dello straniero, profondamente radicata nella società islandese. La Reykjavík di Kjartansdóttir è una città moderna e ricca, con standard di vita molto elevati, ma non è esente da pregiudizi e da una mentalità chiusa, entrambe eredità di un passato caratterizzato da lontananza e sfiducia nel mondo esterno.

Elma Lísa Gunnarsdóttir (Vultures, XL [+leggi anche:
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, Frost), l'unica attrice professionista sul set, infonde a Gísella la giusta dose di incertezza, instabilità emotiva e ossessione. Da menzionare anche l'encomiabile lavoro degli altri tre personaggi femminili sullo schermo, tutte esordienti.

Complessivamente, la fotografia del film (firmata dal DoP Ásgrímur Guðbjartsson) è visivamente sorprendente nella sua semplicità ed eccellente nel trasmettere le atmosfere tese della trama così come la graduale evoluzione di Gísella verso la paranoia e la depressione. Il suo lussuoso appartamento è dominato da riflessi blu e bianchi, chiaroscuri e luci soffuse, forse una metafora della sua anima tormentata – Gisella una volta era una donna più felice, ma ora è guidata dall'interesse personale, dalla disperazione e dalla crudeltà.

Il ritmo della narrazione è piuttosto uniforme ma è comunque coinvolgente; la disposizione e le regole stabilite da Gísella iniziano presto a trasformarsi nel suo peggior incubo, perdendo il controllo del suo appartamento e della sua salute mentale.

Alla fine, il primo lungometraggio di finzione di Kjartansdóttir è un grande dramma psicologico. Il film è ricco di dialoghi intensi, vanta un'elegante messa in scena e dimostra la superba conoscenza della regista del mestiere d'attore. In aggiunta, la colonna sonora, composta da Kira Kira, è al servizio degli obiettivi del film, e lo fa in modo efficace e sobrio.

The Deposit è prodotto da Eva Sigurðardóttir per la compagnia di Reykjavík Askja Films e Rebella Filmworks, con il supporto dell’Icelandic Film Centre. Sena Film si occupa della distribuzione in Islanda e nel mondo.

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(Tradotto dall'inglese)

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