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FILM / RECENSIONI

Recensione: Le invisibili

di 

- Louis-Julien Petit firma un film toccante, dinamico e solare su un gruppo di assistenti sociali di un centro d’accoglienza che tentano in tutti i modi di reinserire delle donne senza fissa dimora

Recensione: Le invisibili
Noémie Lvovsky (a sinistra) in Le invisibili

Chi ha, anche per poco tempo, lavorato nel mondo dell'assistenza sociale sa perfettamente quanto sia necessaria una morale d'acciaio per affrontare quotidianamente la miseria umana cercando di porre rimedio a quello che è subito evidente essere un sistema che inghiotte le buone intenzioni e psicologicamente impegnativo, perché ogni situazione è incarnata da un volto e una vita intera risucchiati nelle viscere dell’implacabile società contemporanea. Trasporre con giustezza tutti questi elementi in una finzione cinematografica senza cadere nel melodramma assoluto e preservando il rispetto degli individui schiacciati dalla povertà è quindi una sfida, ma è ciò che il regista francese Louis- Julien Petit è riuscito a fare con Le invisibili [+leggi anche:
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intervista: Liza Benguigui
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, un film che ha colto di sorpresa il botteghino nazionale 2019 (1,33 milioni di spettatori), ha registrato ottime vendite internazionali e sta continuando il suo tour mondiale poiché è stato proiettato di recente al 27° Festival del cinema francese in Giappone (organizzato da UniFrance a Yokohama).

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Questo incredibile successo (leggi l’intervista con la produttrice Liza Benguigui), il regista lo deve alla congiunzione di un insieme di fattori, primo fra tutti il suo impegno già mostrato per la rappresentazione sul grande schermo della cause sociali (Discount [+leggi anche:
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e Carole Matthieu [+leggi anche:
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). Stavolta, sono le donne senza fissa dimora che l’autore ha deciso di mettere in luce adattando, con la partecipazione di Marion Doussot e di Claire Lajeunie, il libro di quest’ultima Sur la route des invisibles - Femmes de la rue. Il film si immerge quindi nel cuore di L'Envol dove Audrey (Audrey Lamy), Manu (Corinne Masiero), Hélène (Noémie Lvovsky) e Angélique (Déborah Lukumuena) operano per ridare un minimo di dignità (docce, lavatrice, pasti, supporto amministrativo, ecc.) a tutte quelle donne in difficoltà (incarnate da vere e proprie senzatetto) che dormono in accampamenti di fortuna e che il centro accoglie durante il giorno garantendo loro l'anonimato visto che ciascuna si sceglie uno pseudonimo (Brigitte Macron, Edith Piaf, Simone Veil, Cicciolina, Dalida, Lady D, Salma Hayek, Françoise Hardy, Vanessa Paradis, Brigitte Fontaine, ecc.). Un lavoro sociale intenso e ingrato dove si riparte sempre da zero, dove spiccano i limiti del sostegno statale (la crudele mancanza di posti nei rifugi notturni, la mancanza di assistenza personalizzata nel processo di reintegrazione) e l'estrema difficoltà di reinserire nella normalità delle donne marginalizzate, il tutto nella incomprensione dei parenti ("la tua corte dei miracoli, va bene due minuti!"). E la situazione dell'Envol si aggrava quando le autorità confermano la sua chiusura a breve ("solo il 4% dei vostri ospiti è riuscito a reintegrarsi. Non possiamo continuare a spendere senza risultati"). Una decisione che spingerà le operatrici sociali a infrangere le regole con tanto amore e creatività...

Dispiegando un racconto di grande semplicità con il giusto equilibrio tra tono quasi comico e sfondo drammatico, Louis-Julien Petit centra il bersaglio, affrontando tutti gli aspetti (inclusi i dubbi) dell'instancabile dedizione del lavoro sociale e lanciando un messaggio positivo (senza ingenuità) sulla possibilità di ridare dignità e una seconda possibilità a queste donne senzatetto la cui presenza nel cast, insieme ad alcune (molto brave) attrici professioniste, dà al film un sigillo di autenticità commovente e inattaccabile. Perché a immagine del successo completamente inaspettato del film, l'essenziale è "ritrovare la speranza, spargere semi; se non semini, non nasce nulla; queste sono piccole vittorie, piccoli passi che si fanno l’uno dopo l’altro".

Prodotto da Elemiah, coprodotto da France 3 Cinéma e Pictanovo, Le invisibili è venduto nel mondo da Charades.

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(Tradotto dal francese)

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