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KARLOVY VARY 2019 East of the West

Recensione: The Bull

di 

- Il film vincitore della competizione East of the West di Karlovy Vary è un ritratto crudo e violento della società russa alla fine degli anni '90

Recensione: The Bull
Juri Borisov in The Bull

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è il primo lungometraggio dell’allievo della VGIK (Russian State University of Cinematography) – ed ex ballerino di danza classica – Boris Akopov, e contiene certamente l'energia grezza di un cineasta che sta ancora cercando la sua strada. Impostando il suo carattere fin dall'inizio, con una didascalia iniziale che indica che è tutto basato su una storia vera, il film, che ha appena trionfato nella competizione East of the West di Karlovy Vary, segue i passi di un giovane alle prese con un cambiamento monumentale, nel momento in cui la vecchia guardia del comunismo è messa alla porta e le nuove divinità del capitalismo fanno il loro ingresso nella società per essere venerate, costi quel che costi.

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Al centro del film c'è Anton "Bull" Bykov (Juri Borisov), a capo di una piccola banda criminale alle porte di Mosca nel 1997. Dopo uno scontro particolarmente intenso che coinvolge vari membri della gang, una pistola e un adolescente ferito, Bull si ritrova in prigione. Ma con l'intervento di alcuni funzionari corrotti, viene rilasciato. Ora, però, è in debito con uno dei boss di Mosca. Mentre sogna una vita migliore per se stesso e per i suoi amici, Bull si ritrova diviso tra coloro che vogliono allontanarsi dalla Russia così com’è e coloro che vogliono continuare con la vecchia vita. Bull deve sbrigarsi a pagare il suo debito, ma chi tra quelli che lo circondano pagherà davvero il prezzo?

Molti degli elementi tematici saranno familiari a chi ha seguito il cinema russo ed europeo centro-orientale negli ultimi anni. Gli anni formativi della dissoluzione dell'Unione Sovietica e l'ascesa del capitalismo sfrenato – e il vuoto intrinseco colmato dalle bande criminali – sono trattati in The Bull su due livelli. C'è il senso di libertà, di gioia e di fuga. Ma c'è anche un abbandono della moralità, dei legami con il passato e con la famiglia. La tensione tra passato e presente è ciò su cui Akopov si concentra principalmente, giacché parte del dilemma di Bull consiste nel non sapere quale mondo sia adatto a lui.

Dal punto di vista cinematografico, il film attinge ai tropi del realismo sociale: edifici fatiscenti e anfratti squallidi. Ma ci sono un'energia e una crudezza che riflettono non solo la follia della gioventù, ma anche una società che sfreccia in una direzione sconosciuta. C’è anche una vena di satira sociale che attraversa il lavoro Akopov, poiché l'oggetto del desiderio di Bull, Tanya (Stasya Miloslavskaya) viene corteggiata da un ricco occidentale, che lei tollera nella speranza di ottenere un visto. Qui, Akopov e il direttore della fotografia Gleb Filatov fanno un grande uso della differenza di spazio offerto agli intellettuali avveduti e alla grezza classe operaia della società russa – un promemoria del background di Akopov nella "cultura alta", probabilmente.

Borisov è forte nel ruolo di protagonista ed emana un’aspra determinazione che, pur non dando leggerezza al film, è avvincente.

Non c'è molto di nuovo in The Bull, ma ci sono abbastanza verve e sicurezza per considerare questo di Akopov un debutto forte, e sarà interessante vedere dove la sua carriera lo porterà in seguito. Sicuramente, vincere la competizione East of the West a Karlovy Vary 2019 non farà male al film, e anche se l’uscita nelle sale è difficile, il circuito dei festival lo accoglierà volentieri anche solo in virtù del premio vinto.

The Bull è prodotto da VGIK - Debut.

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(Tradotto dall'inglese)

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