The Burnt Orange Heresy di Giuseppe Capotondi chiude la 76ma Mostra di Venezia
- Programmato fuori concorso, il thriller neo-noir del regista di La doppia ora incrocia il mondo dell’arte con quello della malavita. Tra i protagonisti, Mick Jagger e Donald Sutherland
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intervista: Giuseppe Capotondi
scheda film] diretto da Giuseppe Capotondi (La doppia ora [+leggi anche:
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scheda film]) il film di chiusura, fuori concorso, della 76ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (28 agosto - 7 settembre). The Burnt Orange Heresy sarà proiettato in prima mondiale sabato 7 settembre, subito dopo la cerimonia di premiazione.
Il mondo dell’arte e quello della malavita si scontrano in questo thriller neo-noir, ambientato nell’Italia odierna. Il carismatico critico d’arte James Figueras (Claes Bang) seduce l’affascinante turista Berenice Hollis (Elizabeth Debicki). I due nuovi innamorati raggiungono la lussuosa proprietà sul Lago di Como del potente collezionista d’arte Cassidy (Mick Jagger). Questi rivela di essere il mecenate dello schivo Jerome Debney (Donald Sutherland), una sorta di J.D. Salinger del mondo dell’arte, e avanza ai due una strana richiesta: rubare a qualsiasi costo uno dei capolavori di Debney dallo studio dell’artista. Ma appena la coppia inizia a conoscere il leggendario Debney, comprende che nulla di quel personaggio e della loro missione è ciò che sembra.
The Burnt Orange Heresy è il secondo lungometraggio diretto da Giuseppe Capotondi dopo La doppia ora, film che nel 2009 fu presentato in concorso alla 66ma Mostra di Venezia e valse alla sua protagonista, Kseniya Rappoport, la Coppa Volpi per la migliore attrice. The Burnt Orange Heresy è prodotto da David Zander (MJZ), David Lancaster (Rumble Films) e William Horberg (Wonderful Films). Executive Producers Sienna Aquilini e Peter Touche. Il film è tratto dal romanzo di Charles Willeford ed è sceneggiato da Scott B. Smith. Direttore della fotografia è David Ungaro. Le vendite internazionali sono affidate a HanWay Films.
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