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LOCARNO 2019 Piazza Grande

Recensione: Magari

di 

- Locarno apre con un’emozionante storia dal gusto popolare, diretta da Ginevra Elkann, sui figli del divorzio

Recensione: Magari
Oro De Commarque, Ettore Giustiniani, Milo Roussel, Alba Rohrwacher e Riccardo Scamarcio in Magari

Il film di apertura della 72° edizione del Locarno Film Festival è una storia famigliare raccontata squisitamente. Magari [+leggi anche:
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scheda film
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di Ginevra Elkann descrive una moderna famiglia italiana attraverso gli occhi di una bambina di sei anni di nome Alma (Oro De Commarque). Alma è una narratrice inaffidabile, più interessata ai propri sogni che alla realtà. Mentre sogna a occhi aperti durante un sermone in una chiesa ortodossa, ha due cose per la testa: il cibo, e vedere i suoi genitori biologici insieme nello stesso posto. Con una divertente voce fuori campo, Alma racconta di come i genitori si siano separati quando aveva un anno. Passati altri cinque anni, sua madre Charlotte (Céline Sallette) sta progettando di trasferirsi con la famiglia da Parigi al Canada. 

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Prima che partano davvero, però, Charlotte manda Alma e i suoi due fratelli maggiori, Jean  (Ettore Giustiniani) e Seba (Milo Roussel), a passare il Natale a Roma con il padre biologico Carlo (Riccardo Scamarcio). Mentre Alma è una narratrice inaffidabile, di Carlo semplicemente non ci si può fidare. È più interessato alla sua sceneggiatura, e alla co-sceneggiatrice Benedetta (Alba Rohrwacher), piuttosto che alla cura dei figli. Dopo il loro arrivo la prima cosa che fa è andare in visita alla casa di produzione in cui sta pitchando un film, nel cui cast spera che partecipi Marcello Mastroianni. Finito l’incontro, scarica i figli dai suoi genitori increduli. 

In lui c’è un tocco del George Bailey di James Stewart, in quel suo fallire nel non considerare la famiglia più importante del lavoro, specialmente sotto Natale. Ma questo film tratta dei tre figli e di come fanno i conti con il fatto di esser parte di una famiglia divisa: Jean, il fratello di mezzo, ama giocare con il Game Boy, mentre Seba sente il peso di essere il più grande.

Un aspetto ragguardevole del film d’esordio di Ginevra Elkann è il modo in cui mantiene la narrazione immersa nella realtà, mentre la narratrice sfocia continuamente nella fantasia. Qui non ci sono fantasmi, solo una vita meravigliosa. Si deve credere a tutto ciò che accade?

Alma non vede i difetti di Carlo. Per tutta la sua breve vita ha sognato di far ricongiungere i genitori, ed è anche disposta a bere un bicchiere di urina del fratello per far sì che questo avvenga. O no?

L’ossessione di Alma è divertente perché è evidente che i suoi genitori non siano fatti l’uno per l’altra. Benedetta, la nuova musa di Carlo, è molto più adatta a lui anche se è una bugiarda cronica che ruba vestiti di seconda mano. Il suo guardaroba suggerisce che abbia un certo gusto per l’abbigliamento vintage, così come per gli uomini vintage. Benedetta va d’accordo con i figli di Carlo e addirittura porta in vacanza per un giorno Seba: una vacanza destinata a finire male.

Sebbene Scamarcio e la Rohrwacher siano all’altezza della loro magnifica reputazione, grazie a delle interpretazioni piene di sfumature e piccole stravaganze, è Oro De Commarque nel ruolo di Alma a rubare la scena.

La regista Elkann dimostra un’incredibile capacità di maneggiare temi pesanti in modo leggero. Le osservazioni di Alma e i dialoghi sono sistematicamente divertenti. Alcune scene sono un po’ un cliché ma si dimenticano facilmente una volta arrivati al gran finale, che si svolge attorno al tavolo della cena sotto il sole romano. Nel corso del film ci sono miriadi di osservazioni raffinate che elevano situazioni semplici, in particolare quando le donne della vita di Carlo condividono una sigaretta in macchina. Attenendosi a una struttura classica, addirittura il cane domestico ne esce premiato. È il film divertente, leggero e sentimentale sul divorzio che si stava aspettando senza saperlo.

Magari è una coproduzione italo-francese, prodotta da Wildside con RAI Cinema, e coprodotta da Tribus P Films e Iconoclast Films. La vendite internazionali sono gestite da RAI Com.

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(Tradotto dall'inglese da Gilda Dina)

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