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VENEZIA 2019 Giornate degli Autori

Recensione: 5 è il numero perfetto

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- VENEZIA 2019: Il primo lungometraggio del fumettista italiano Igort, presentato alle Giornate degli Autori, va oltre i cliché del fumetto al cinema

Recensione: 5 è il numero perfetto
Toni Servillo e Carlo Buccirosso in 5 è il numero perfetto

“Ho vissuto i miei giorni come bevendo un liquore troppo forte: senti la botta, ma non sai bene che gusto aveva”. E’ passeggiando nei vicoli di una Napoli notturna, piovosa, deserta che ci viene introdotto il personaggio di Peppino Lo Cicero, vecchio sicario della camorra, nell’esordio dietro la macchina da presa del fumettista italiano Igort, 5 è il numero perfetto [+leggi anche:
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, tratto dalla sua omonima graphic novel e presentato con successo alle 16me Giornate degli Autori di Venezia. A parlare, con voce pacata e dolente, è lo stesso Peppino (incarnato da Toni Servillo, che per l’occasione sfoggia un vistoso naso aquilino) mentre rievoca la sua vita da gregario, al soldo di un potente boss, e quello che andremo a vedere in questo noir partenopeo è il racconto di come questo piccolo criminale in pensione sarà costretto a tornare in azione, stavolta per una questione molto personale.

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Siamo negli anni Settanta. Peppino è vedovo e ha un figlio molto amato, Nino (Lorenzo Lancellotti), che, sulla scia del padre, lavora anche lui per la famiglia criminale. In una scena molto intima e tenera, li vediamo a casa mentre Nino si prepara a una missione nel cuore di Napoli, con Peppino che gli dispensa saggi consigli con dolcezza, come se quello del killer fosse un mestiere come tanti altri. “Vado, lo uccido e mi metto a letto con una bella aspirina”, dice Nino al padre salutandolo. Ma le cose andranno diversamente, e Nino a casa non ci tornerà più.

Deciso a scoprire chi ha ucciso suo figlio e a vendicarsi, affiancato dall’amico e complice di sempre Totò o’ Macellaio (Carlo Buccirosso) e la femme fatale Rita (Valeria Golino), suo vecchio amore, Peppino si metterà per la prima volta “in proprio” e darà il via a una guerra a colpi di spettacolari e coreografiche sparatorie, affronti in stile western, regolamenti di conti all’interno del suo stesso clan, da cui si sente tradito, per poi scoprire di non essere più quello di una volta, e che un’altra via è possibile. Ma un colpo di scena finale getterà su tutto una luce molto diversa.

Peppino non è un boss invincibile, ma è una figura di secondo piano che per tutta la vita ha fatto il lavoro sporco per conto di altri, con un’etica criminale di altri tempi che cerca di trasmettere puntualmente a suo figlio fin da quando era piccolo. Un personaggio umano e fragile – così lo voleva il suo autore – verso cui provare empatia. Eseguito in modo impeccabile, con il contributo alla fotografia del danese Nicolaj Brüel (Dogman [+leggi anche:
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, per il quale ha vinto il David di Donatello), i costumi di Nicoletta Taranta (Romanzo criminale [+leggi anche:
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) e la scenografia di Nello Giorgietti, il film va oltre i cliché del fumetto al cinema e crea un linguaggio proprio, dando corpo alla malinconia e alla nostalgia del suo protagonista in una Napoli quasi metafisica, che non deluderà i fan del genere noir.

5 è il numero perfetto è prodotto da Propaganda Italia e da Jean Vigo Italia con Rai Cinema, ed è una coproduzione con Belgio (Potemkino Film) e Francia (Mact Productions e Cité Film), prodotto da Marina Marzotto, Elda Ferri e Mattia Oddone. Il film è venduto all’estero dalla francese Playtime. L'uscita in Italia, dal 29 agosto, è curata da 01 Distribution.

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