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VENEZIA 2019 Orizzonti

Recensione: Revenir

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- VENEZIA 2019: Guidato dal carismatico Niels Schneider, costretto a tornare dalla sua famiglia di allevatori in circostanze tragiche, il primo lungometraggio di Jessica Palud si perde per strada

Recensione: Revenir
Niels Schneider e Adèle Exarchopoulos in Revenir

Legami familiari indissolubili, conflitti radicati nel tempo, senso di colpa di chi se n'è andato, riunioni complicate e riscoperte: con il suo primo lungometraggio, Revenir [+leggi anche:
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scheda film
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, svelato nel programma Orizzonti della 76ma Mostra di Venezia, la cineasta francese Jessica Palud tratta un argomento particolarmente classico, già masticato in così tanti modi sul grande schermo che sembra difficile imporre la propria impronta personale, ma che ha il grande vantaggio di offrire allo spettatore un terreno di empatia molto universale. E la regista vi aggiunge un tocco interessante (adattando con Diastème e Philippe Lioret il romanzo L’amour sans le faire di Serge Joncour) collocando la sua narrazione in un ambiente rurale, un angolo sociologico che cerca di far convivere con intenzioni melodrammatiche, in un equilibrio che purtroppo il film si perde completamente per strada.

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Quando Thomas (Niels Schneider) arriva in piena campagna francese, nella fattoria isolata della sua infanzia, ad accoglierlo sono due sconosciuti: Mona (Adèle Exarchopoulos), la compagna del defunto fratello Mathieu, e il loro figlio piccolo Alex (Roman Coustère Hachez). La fattoria è vuota: le mucche sono state vendute e la madre di Thomas (Hélène Vincent) sta morendo in ospedale, sorvegliata dal padre Michel (Patrick d'Assumçao) con il quale Thomas non parla da 12 anni, dalla sua partenza per il Canada dove ora gestisce un ristorante. La riunione tra i due uomini è ridotta al minimo indispensabile (è sua madre che ha chiamato Thomas al suo capezzale). In un tempo sospeso, ricollegandosi al suo passato e ai suoi amici di un tempo Marco (Franck Falise) ed Éric (Jonathan Couziné), Thomas scoprirà gradualmente la verità sulla morte di suo fratello e il disagio economico locale, mentre intesse un legame sempre più stretto con Mona e Alex (di cui si occupa come un padre). Ma con Michel il taciturno è una storia diversa, e quando la madre muore gli eventi precipitano…

Girato in modo tale che i personaggi principali appaiano "bigger than life" (ciò da cui gli attori principali traggono il massimo beneficio, a partire dal carismatico Niels Schneider) e si muovino in un’atmosfera solare che offre un piacevole contrasto con il drammatico contenuto del film, Revenir tocca molte questioni sociali (pressione del debito zootecnico, disagio psicologico, mancanza di prospettive locali per la popolazione, istruzione, ecc.) mentre scava il solco di relazioni familiari (i segreti? l’amore? la riconciliazione?). Ma il carattere prevedibile e poco credibile della parte finale spazza via tutte le precedenti buone intenzioni, facendo rimpiangere che la regista non abbia mantenuto fino alla fine l’asciuttezza della storia.

Prodotto da Fin Août Production e coprodotto da Auvergne-Rhône-Alpes Cinéma, Revenir è venduto nel mondo da Pyramide.

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(Tradotto dal francese)

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