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VENEZIA 2019 Concorso

Recensione: Wasp Network

di 

- VENEZIA 2019: Un cast all star viaggia da Cuba alla Florida, ma non impedisce a Olivier Assayas di perdersi in questo spy drama

Recensione: Wasp Network
Gael García Bernal e Penélope Cruz in Wasp Network

Una breve storia, scritta e inscatolata, delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti fa eco a Scarface di Brian De Palma all’inizio del film di spionaggio di Olivier Assayas, Wasp Network [+leggi anche:
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. Notoriamente, Tony Montana piagnucolò “Prima o poi tocca a tutti”, ma questa volta non tocca al regista-scrittore Assayas. Ispirato al romanzo di Fernando Morais, The Last Soldiers of the Cold War, questo è uno di quei film frustranti che ha tutte le componenti giuste ma in qualche modo riesce a lasciarsi scappare l’occasione. Ora è in proiezione in concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

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Wasp Network probabilmente è stato condannato al fallimento nel momento in cui Assayas ha deciso di creare una struttura che implicava un salto narrativo indietro di quattro anni nel bel mezzo del film. È un espediente trito che disfa questa pellicola, poiché ha bisogno di un pubblico che stia dalla parte di chi demonizza i cubani, e poi immediatamente si rovescia e pretende che gli spettatori facciano il tifo per Fidel Castro. Una tale svolta può funzionare solo se si arriva al film simpatizzando per i cubani e per la loro lotta contro gli Stati Uniti, ma anche così…

La storia dei “Cuban Five”, come arrivarono a essere conosciuti, è una gran storia, e alcuni elementi esilaranti di questo racconto penetrano in Wasp Network. René González (Édgar Ramírez) è un pilota che apparentemente lascia la moglie (Penélope Cruz) e la giovane figlia per disertare verso gli Stati Uniti agli inizi degli Anni Novanta. A Miami inizia a utilizzare le sue capacità di guida per aiutare un gran numero di cubani a fuggire dall’isola in nave a seguito del collasso economico cubano. Finanziariamente, il Paese toccò il fondo negli anni successivi alla caduta del Muro di Berlino, quando i russi smisero di sostenere l’economia del Paese. Nel secondo dei tre capitoli principali del film, Juan Pablo Roque (Wagner Moura) nuota fino alla Baia di Guantanamo rivendicando di essere un disertore. A Miami inizia a frequentare l’appena divorziata Ana Margarita Martinez (Ana de Armas), la quale capisce che c’è qualcosa di marcio quando Roque si mette a comprare Rolex e abiti da 2.000 dollari. Il pubblico, come Martinez, è portato a pensare che i soldi provengano dalla droga ma dovrebbe ascoltare quando Roque le dice che non è  come pensa lei.

Poi arriva il colpo di scena: i due uomini sono agenti infiltrati che ancora lavorano per Cuba. Se con questa svolta Assayas aveva intenzione di scioccare, o addirittura sorprendere, non ci riesce. Nemmeno l’arrivo del barbuto Gael García Bernal che interpreta il leader del Wasp Network, Gerardo Hernandez, dà grande sollievo.

È un peccato, perché Assayas è un regista consumato e vi sono una marea di momenti drammatici che si perdono a causa del rovesciamento. Per esempio, la relazione tra Roque e Martinez finisce perché lui si dà alla macchia, per poi andare in televisione a Cuba a parlare male degli Stati Uniti. Assayas utilizza anche filmati d’archivio del Presidente Clinton e del Comandante Castro a ricordarci che la storia è vera. Sfortunatamente, non basta a fermare la sensazione che si tratti di una grande storia raccontata male.

Wasp Network è una coproduzione franco-belga-spagnola messa in scena da RT Features, CG Cinéma, Nostromo Pictures, Wasp Network AIE e Scope Pictures. Orange Studio è responsabile delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese da Gilda Dina)

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