email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

SAN SEBASTIAN 2019 New Directors

Recensione: Invisible

di 

- Col suo secondo lavoro, il regista lituano Ignas Jonynas si conferma un audace esploratore dell'anima umana, con una gestione del linguaggio audiovisivo tanto brillante quanto inquietante

Recensione: Invisible
Dainius Kazlauskas in Invisible

Il regista lituano Ignas Jonynas torna nella sezione New Directors del 67° Festival di San Sebastián con Invisible [+leggi anche:
trailer
intervista: Ignas Jonynas e Kristupas …
scheda film
]
, un film impressionante con una forza visiva indiscutibile. A questo si unisce una sceneggiatura di ferro che non lascia fili sciolti, opera dello stesso Jonynas e del suo fedele collaboratore Kristupas Sabolius. Si tratta di uno di quei film della cui trama è meglio non rivelare troppo per non rovinare l'esperienza della sua visione. Per cominciare, basta dire che la storia segue due uomini le cui vite corrono lungo percorsi paralleli, collegati da un fatto traumatico e violento che li condanna a incontrarsi di nuovo.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

All'inizio di Invisible, vediamo una serie di immagini in cui la natura appare bellissima. Per contro, le persone che compaiono in scena mostrano il lato peggiore della condizione umana: vediamo una donna morta con chiari segni di violenza nel rimorchio di un camion, e un uomo con vestiti insanguinati che scappa via con aria disorientata. Il contrasto tra il sublime e il ripugnante è lì fin dall'inizio. Questa è una delle costanti del film: mettere sullo stesso piano realtà opposte che quando si scontrano provocano effetti incontrollabili e pericolosi.

Dopo questa partenza potente, gli spettatori si chiedono quale sia esattamente la relazione tra Jonas (un ballerino bello e tormentato incapace di dare una direzione alla sua vita) e Vitas (un detenuto che una volta libero non riesce a placare la sua sete di vendetta in nessun modo) con i fatti mostrati nelle immagini iniziali. Il film gioca con le aspettative dello spettatore, guidando i personaggi lungo un percorso tortuoso che non è mai del tutto chiaro dove condurrà. Jonas tenta la fortuna nei reality show televisivi che scoprono nuovi talenti, diventa una star nazionale fingendosi cieco e impressionando il pubblico in una gara di ballo da sala. Vytas, nel frattempo, si lascia consumare dalla rabbia, senza trovare conforto nella chiesa dove va spesso; e nella sua mente non c'è altra idea che abbia più peso del suo desiderio di vendetta.

Così, attraverso un uomo perso e sopraffatto dai suoi sentimenti, e un altro alienato da un odio di cui non comprendiamo mai appieno il significato, il film parla in modo preciso e pungente di temi complessi e diversificati. Dalla capacità di autoinganno delle persone per non affrontare la realtà, e la mancanza di scrupoli dei media quando si tratta di manipolare aspettative e illusioni, fino ai terribili effetti della menzogna e della violenza. Tutto questo con una purezza formale che affascina e non ti fa distogliere lo sguardo dallo schermo.

Invisible è una produzione della lituana Magic Films, la lettone Locomotive Productions, l’ucraina Locomotive Productions e la spagnola Nephilim Producciones. Le vendite internazionali sono curate dalla francese Reel Suspects.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy