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FILM / RECENSIONI Croazia / Macedonia del Nord / Serbia

Recensione: The Voice

di 

- Ognjen Sviličić punta i suoi penetranti riflettori sull'influenza della Chiesa cattolica sulla società croata

Recensione: The Voice
Franko Jakovčević in The Voice

Il cineasta croato Ognjen Sviličić, il cui ultimo lavoro da regista, These Are the Rules [+leggi anche:
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, è stato proiettato in Orizzonti a Venezia nel 2014, è conosciuto come uno degli sceneggiatori più prolifici nella regione della ex Jugoslavia. Con il suo nuovo film, The Voice [+leggi anche:
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intervista: Ognjen Sviličić
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, che è stato presentato in anteprima mondiale nella sezione World Cinema del Busan International Film Festival, Sviličić (insieme alla sua co-sceneggiatrice, l’emergente Marijana Verhoef) punta i suoi penetranti riflettori sullo strapotere della Chiesa cattolica e la sua influenza multiforme sulla società croata.

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Il protagonista, il diciassettenne Goran (Franko Jakovčević), viene portato in un collegio cattolico di recente costituzione da sua madre, che sta per andare a lavorare su una nave da crociera. Sua madre rimane colpita dall'istituto tutto bianco, dipinto di fresco e perfettamente pulito alla periferia di Spalato, la seconda città più grande della Croazia e il centro della ostinata e spesso aggressiva regione patriarcale della Dalmazia. Una cappella kitsch, illuminata al neon, donata da un credente dalla diaspora domina il piano terra e offre al pubblico un assaggio della mentalità locale.

Il centro della vita sociale del collegio è la sua mensa, dove incontriamo per la prima volta Danijela (l’attrice di Sarajevo Belma Salkunić), la direttrice trentenne. A bassa voce ma chiaramente autorevole, come mostra subito la sua interazione con i dipendenti, la donna presenta il novizio ai suoi compagni di scuola prima di iniziare la preghiera all'ora di pranzo. Tutti i bambini uniscono le mani e borbottano le parole, tranne Goran.

I tre ragazzi al tavolo di Goran, alcuni dei quali sono anche suoi compagni di stanza, lo notano e quindi iniziano i problemi per il nostro protagonista. La pressione dei compagni inizia a crescere e presto vi si aggiungerà anche la pressione istituzionale. La direttrice prima manda Goran a parlare con il prete locale, al quale il ragazzo dice "Non c'è Dio", paragonando questa affermazione con l'assenza di suo padre. Qui vediamo che il nostro eroe non è un ateo irriducibile; piuttosto, è un giovane brillante senza figura paterna e una madre assente, testardo e silenziosamente orgoglioso in un modo tipicamente dalmata. Il suo costante rifiuto di pregare con gli altri porta Danijela a fare una mossa molto poco cristiana: non permetterà a nessuno di mangiare fino a quando Goran non dirà le sue preghiere.

È qui che Sviličić svela la natura legittima e giudicante di un'interpretazione diretta della dottrina cattolica. Ma il regista, dal canto suo, non giudica: The Voice non è una storia in bianco e nero di oppressione religiosa; piuttosto, è una chiara immagine di una fetta di una certa società. Alcuni ragazzi e ragazze semplicemente fingono di essere dei veri credenti perché vogliono rendere le loro vite più facili al cospetto delle figure di autorità, mentre altri sono davvero disposti a cambiare l'irritante atteggiamento di Goran – anche qui, spesso per il proprio tornaconto, più che per l'amor di Gesù. E mentre la storia avanza e culmina in un intenso segmento ambientato durante un'escursione sull'isola, sebbene il messaggio del film non sia ambiguo, quello che succede a Goran, e come lui e gli altri lo elaborano, sicuramente lo è.

La camera di Marinko Marikić segue fedelmente la narrazione, sempre ondeggiando o tremando leggermente durante le scene di dialogo teologico, e concentrandosi fermamente su Goran nella sua interazione con altri bambini. Con i suoi esterni soleggiati, di roccia nuda e i suoi interni bianchi, e senza musiche, The Voice potrebbe benissimo svolgersi in una versione segretamente travagliata del paradiso.

The Voice è una coproduzione della croata Maxima Film, della società della Macedonia del Nord Skopje Film Studio e della serba Biberche. La parigina WIDE Management detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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