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BERLINALE 2020 Panorama

Recensione: Days of Cannibalism

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- BERLINALE 2020: Teboho Edkins firma un intrigante documentario ibrido sulla globalizzazione e la presenza economica cinese in Africa, in un Lesotho degno del Far West

Recensione: Days of Cannibalism

"Ho paura di loro perché hanno i soldi". Nel nord del Lesotho e nei suoi splendidi paesaggi montuosi e vallivi, la tradizionale economia pastorale di questo povero paese nel centro del Sudafrica è stata sconvolta dalla presenza di commercianti cinesi. Questo è il tema del documentario Days of Cannibalism [+leggi anche:
trailer
intervista: Teboho Edkins
scheda film
]
di Teboho Edkins, presentato al Panorama della 70ma Berlinale, un film che approfondisce in modo originale il problema della globalizzazione capitalista e di un appetito insaziabile di "business" che destabilizza le strutture sociali e le mentalità ancestrali.

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Nei dintorni di Thaba Tseka, regna un mondo da Far West, con cavalieri in passamontagna che galoppano in vasti spazi desertici e mandrie di mucche che costituiscono la spina dorsale dell'esistenza di tutti. Sembra quasi un film di Sergio Leone, dallo sceriffo che recupera di notte gli animali rubati al giudice che condanna con incredibile gravità (dieci anni di carcere per il furto di 15 mucche). E come in ogni buona trama classica del Wild West, è l'arrivo di uno sconosciuto (in questo caso molti) che stravolge la pacifica vita locale. Questi esploratori di ciò che potrebbe rapidamente trasformarsi in una colonizzazione economica dominante sono i cinesi, al timone del "supermercato" locale e di piccole imprese isolate, che stanno iniziando a diversificarsi acquistando mucche, il che porta a una ridefinizione completa degli usi e costumi: tutti i nativi devono ora essere in grado di presentare documenti ufficiali attestanti la proprietà degli animali. Cinesi che vivono tra di loro, in una micro-società ripiegata sulla propria cucina e le proprie distrazioni (karaoke, biliardo), facendo piani per l'espansione e investimenti nella terra (perché "arriveranno altri cinesi, ci sarà concorrenza"). Una presenza predatoria che pone molte domande sull'integrazione e che trascina con sé anche avidità e violenza...

Avendo trovato una tematica socio-economica particolarmente interessante da esplorare in un ambiente visivamente eccezionale, Teboho Edkins ne beneficia tuttavia solo parzialmente. Da questi ingredienti, Days of Cannibalism estrae un'atmosfera piuttosto affascinante, ma il ritmo relativamente lento, la mancanza di personaggi importanti le cui motivazioni siano analizzate in profondità e soprattutto un'iniezione di fiction nel documentario senza che sia possibile indovinare esattamente dove e in che misura (cosa che solleva interrogativi sulla veridicità di tutto ciò che vediamo e sentiamo) penalizzano un’opera che alla fine sembra cercare di incastrare sequenze più o meno sconnesse in un concept vasto ed eccitante.

Prodotto dalla Francia (KinoElektron) con il Sudafrica (Days Zero Films) e i Paesi Bassi (Keplerfilm), Days of Cannibalism è venduto nel mondo da Indie Sales.

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(Tradotto dal francese)

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