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TRIBECA 2020

Recensione: The State of Texas v. Melissa

di 

- In modo abile e minuzioso, la documentarista franco-americana Sabrina Van Tassel svela l'errore giudiziario che ha portato Melissa Lucio nel braccio della morte in Texas

Recensione: The State of Texas v. Melissa

"Melissa era un bersaglio da sogno, una preda facile, una madre ignorante che viveva nella miseria e che sembrava colpevole agli occhi di tutti". Nella prigione di Gatesville, in Texas, una donna di 48 anni, condannata a morte per infanticidio nel 2008, aspetta disperatamente da 11 lunghi anni il termine delle procedure di appello che potrebbero assolverla o portarla sul patibolo. "È difficile svegliarsi ogni mattina nella stessa orribile gabbia, andare d'accordo con queste persone piene di rabbia, pensare al futuro quando il passato ti ossessiona, sentirsi amata quando la tua famiglia è così lontana, dimenticare gli errori che hanno causato così tanto dolore, andare avanti quando la tua vita non ha significato".

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E’ a questa donna, Melissa Lucio, annientata da un ambiente sociale sfavorevole e da un sistema giudiziario e poliziesco distorto, che la cineasta franco-americana Sabrina Van Tassel ha deciso di dedicare The State of Texas v. Melissa [+leggi anche:
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scheda film
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, un documentario accattivante, rigoroso e incisivo, presentato in prima mondiale nella sezione Viewpoints del 19° Festival di Tribeca (attualmente online per giurie e professionisti).

Arricchito da materiale d’archivio (interrogatori della polizia, ritagli di giornale, dossier del Dipartimento per la giustizia minorile, video e foto di famiglia, ecc.) elargito in modo intelligente, il film ricostruisce le circostanze della morte di Mariah, due anni e mezzo di età, uno dei 14 figli di Lucia. "Non avevo mai visto un caso così grave di abuso sui minori. Aveva lividi dalla testa ai piedi. Per me, è stato un omicidio" ricorda il medico legale, una conclusione che sembra confermata dalle confessioni filmate di un'apatica e piangente Lucia alla stazione di polizia di Harlingen, costretta a mostrare su una bambola quanto fossero violente le sculacciate da lei impartite. Ma come dimostrerà la metodica controindagine della regista (su una sceneggiatura particolarmente ben costruita), il caso della prima donna ispanica condannata a morte nella contea di Cameron è lungi dall'essere così semplice.

Attraverso una serie di testimonianze (madre, sorelle, fratello e figli di Melissa, investigatore privato, avvocati, psicologi, pubblici ministeri), Sabrina Van Tassel analizza minuziosamente il passato di una donna che è stata vittima di abusi sessuali nella sua prima giovinezza ("ho lasciato che tutti facessero di me una vittima e questo non è mai finito"), sposata a 16 anni, caduta nella spirale della miseria ("viveva in appartamenti fatiscenti. Rovistavano nella spazzatura") e della droga, ma sempre dolce e amata dai suoi figli: "il percorso e la personalità di Melissa non sembrano corrispondere al crimine commesso".

Presa nel vortice dei traumi personali, un'indagine sbrigativa e un sistema giudiziario truccato (mire elettorali, corruzione, difesa inesistente) che chiude un occhio su un segreto di famiglia che potrebbe assolverla, Melissa Lucio incarna anche un sorprendente quarto mondo economico americano. Facendo luce su questa oscurità, The State of Texas v. Melissa esplora attentamente tutti gli strati della vicenda e offre con notevole efficacia il commovente ritratto di una donna, vittima di un'enorme ingiustizia che è ancora in tempo a rettificare.

Prodotto da Isaac Sharry per Vito Films, The State of Texas v. Melissa è coprodotto da Tahli Films (che gestisce le vendite internazionali) e Andaman Film.

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(Tradotto dal francese)

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