email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FILM / RECENSIONI Spagna

Recensione: Pullman

di 

- Toni Bestard invita lo spettatore a un viaggio nel lato occulto di quella grande attrazione turistica che fino a prima della pandemia era – e si spera torni ad essere – l'isola di Maiorca

Recensione: Pullman
Alba Bonnin e Keba Diedhou in Pullman

Risulta quantomeno inquietante – e forse anche ironico – guardare un film come Pullman [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
proprio in questo momento di crisi globale, confinamento obbligatorio e crollo drastico del turismo. Il terzo film di Toni Bestard (il secondo, il documentario I Am Your Father [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, diretto insieme a Marcos Cabota, è stato nominato al premio Goya) offre un'immagine desolante di Maiorca, quel paradiso che soprattutto in estate si riempie di europei in cerca di sole, feste, alcol, spiagge e altre tentazioni offerte dalla meravigliosa e bellissima isola delle Baleari. Ciò che vediamo in questo film è tutt'altro che affascinante, appetitoso e frizzante. Inoltre, per accentuare il contrasto, la telecamera si pone all'altezza dello sguardo innocente e inconsapevole di due bambini immigrati.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Sono loro – uno musulmano e l'altro dell’Europa dell’Est – i protagonisti di Pullman, un film che prende il nome da un hotel un tempo lussuoso, oggi affollato condominio dove vivono le famiglie di entrambi. Nadia e Daren sono bambini speciali: sensibili, svegli, diversi e, soprattutto, curiosi, irrequieti e intelligenti. Quando avranno l'opportunità di lasciare il loro habitat naturale per esplorare altre aree della loro città, non dureranno a lungo e vivranno un'avventura di poche ore che cambierà il loro sguardo verso tutto ciò che li circonda.

Come Alice nel paese delle meraviglie (anche se no, non ne appare alcuna in questo lungometraggio, cosa inimmaginabile per chiunque visiti Maiorca), i bambini incontreranno una serie di personaggi che sono ben lungi dall'essere fate madrine e sembrano più malvagie streghe occidentali. L’allegro sentiero di piastrelle gialle di Dorothy brilla per la sua assenza nei palazzi chiusi, negli edifici costruiti a metà e in altri luoghi cupi che questa coppia di anime candide percorre alla ricerca di una luce misteriosa che brilla da lontano. Travestiti, tossicodipendenti, un pagliaccio triste e qualche pedofilo spezzeranno l'innocenza di due esseri puri che torneranno nelle loro case con – come ogni film di formazione che si rispetti – la personalità cambiata.

E sebbene questo lungometraggio non abbia la portata visiva (né la presenza di un favoloso Willen Dafoe) di Un sogno chiamato Florida, quella meraviglia di Sean Baker con cui a volte può essere paragonato, riesce a trasmettere quella desolazione dell’anima di cui si parlava all'inizio di questo articolo, ricordandoci che, come ci mostra crudelmente il presente, il paradiso non è altro che una fragile costruzione umana.

Pullman, la cui sceneggiatura è scritta dal regista con Arturo Ruíz Serrano (El destierro [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
) a partire dal cortometraggio El viaje (2002), dello stesso Bestard, è una produzione di Singular Audiovisual, Toni Bestard PC e IB3 Televisió. Il film ha partecipato alla Sezione ufficiale del 21° Abycine, ha chiuso l'8° Festival de Cine Evolution di Maiorca e ha ottenuto il Premio Mallorca Cinema per il miglior lungometraggio. Esce su Filmin oggi, venerdì 24 aprile.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy