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SALONICCO DOCUMENTARI 2020

Recensione: Meanwhile on Earth

di 

- Nel documentario svedese-danese-estone di Carl Olsson che richiama lo stile di Roy Andersson, la morte è solo una faccenda come un'altra

Recensione: Meanwhile on Earth

Il delicato documentario di Carl Olsson, Meanwhile on Earth [+leggi anche:
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, spaventerà a morte gli spettatori del Concorso internazionale lungometraggi del Festival del documentario di Salonicco di quest'anno. Non è esplicito né ha bisogno di esserlo: il suo tema è di per sé piuttosto inquietante. Tratta delle semplici pratiche della morte prendendo come esempio l'industria funebre svedese, e delle persone che sono lì a raccogliere letteralmente i pezzi. Mostra esattamente dove andiamo una volta defunti: non così lontano come sembra.

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Olsson, che non è interessato al sacro o al profano, mostra la morte nella sua forma più banale: preparativi dietro le quinte tra conversazioni triviali e movimenti ben provati, all’interno dei campi lunghi che il regista predilige, con la telecamera sempre fissa. "Conosce il trapano molto bene", dice qualcuno a proposito del cane obbediente di un collega; ma lo conoscono tutti. E invece di chieder loro cosa provano al riguardo, Olsson li lascia fare il loro lavoro.

Non è una sorpresa, soprattutto dopo cinque stagioni di Six Feet Under, ma è vero che esiste un intero settore dedicato al business della morte. Qualcuno deve farlo. Sarebbe meglio non saperlo, o almeno non in modo così dettagliato? Forse, ma le persone che Olsson mostra qui sono esperte e rispettose (ed estremamente laconiche), si inchinano davanti al defunto e riconoscono la persona che fu. Fondamentalmente, è la loro routine quotidiana, quindi non possono evitare commenti come "grazie a Dio, è venerdì" (e dirlo mentre si scava una tomba lo rende ancora più assurdo). Il felice ricordo di "mangiare come se non ci fosse un domani" a un buffet, come racconta l’autista di un carro funebre, suona sicuramente in modo diverso. La vita è breve, per l'amor di Dio, non ha senso digiunare.

Se tutto ciò suona divertente è perché lo è, ma anche no: nonostante l'umorismo e il parlare di "una notte con i becchini", è difficile scrollarsi di dosso la tristezza o – siamo sinceri – la paura. È come se Roy Anderson, quel tragicomico esistenzialista, fosse improvvisamente apparso in una sala funebre per catturare le peculiarità degli addetti alla cremazione, degli inservienti che puliscono il pavimento sotto i cadaveri o dei musicisti; e si fosse avventurato oltre una o due volte per mostrare una vecchia che ascolta di nascosto il bingo nella sala fumatori e un'altra lasciata davanti alla TV, da sola, in attesa dell'inevitabile. Olsson è un regista abile e sensibile, ma non si può non trarre la seguente conclusione: goditi ogni giorno perché in pochi secondi qualcuno suonerà il flauto mentre ti ridurranno in cenere. Se sei fortunato, sarà così.

Meanwhile on Earth è una coproduzione svedese-danese-estone guidata da Caroline Drab e Anne Köhncke per De Andra Film, e coprodotta da Ivo Felt, Charlotte Madsen e Lisa Nyed per Allfilm, SVT, Film i Skåne e Final Cut for Real. Le vendite mondiali sono gestite da Swedish Film Institute.

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(Tradotto dall'inglese)

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