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SALONICCO DOCUMENTARI 2020

Recensione: The Marriage Project

di 

- I cineasti iraniani Atieh Attarzadeh e Hesam Eslami offrono un documentario toccante e luminoso con un sottofondo malinconico, ambientato in un ospedale psichiatrico di Teheran

Recensione: The Marriage Project

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dei co-registi iraniani Atieh Attarzadeh e Hesam Eslami, presentato in anteprima mondiale al Festival del documentario di Salonicco nel concorso Newcomers, offre uno spaccato di un esperimento promettente ma potenzialmente controverso condotto in un ospedale psichiatrico in Iran.

Situato nella parte meridionale di Teheran, Ehsan House ospita circa 480 pazienti. L'idea del nuovo dirigente dell'ospedale, il dottor Farhad Ramazannejad, è di dare almeno ad alcuni di loro la possibilità di instaurare relazioni romantiche. Riconosce i bisogni sessuali e le speranze emotive dei pazienti, e viene creato un comitato per identificare gli uomini e le donne che potrebbero essere in grado di vivere una relazione. Una nuova moschea è in costruzione nell’area dell'ospedale, e la futura coppia sarebbe incaricata di prendersene cura, con un piccolo appartamento costruito per loro sopra il tempio.

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Nel frattempo, conosciamo alcuni dei pazienti, tra cui spiccano due che sono molto innamorati. Sahar e Seyfoulah sono così vicini che la passione tra loro è palpabile, nonostante a loro non sia permesso toccarsi. Di solito si incontrano nella serra dove Seyfoulah pulisce e innaffia le piante. Sahar si sveglia presto per prepararsi, truccarsi e tutto, per il loro appuntamento. Si conoscono da 12 anni e sono molto uniti. Ma è abbastanza? A entrambi è stata diagnosticata la schizofrenia paranoica, quindi nonostante il loro affetto, le loro possibilità di stare veramente insieme sono scarse.

Da un'altra parte, il comitato riesce a trovare una coppia che potrebbe potenzialmente funzionare: Marjan ha 42 anni e desidera davvero avere un bambino, del tutto consapevole che non sarebbe in grado di allevarlo. Behrouz, dal canto suo, è un uomo più anziano, molto tranquillo ed esperto di tessuti. Ma potrebbe non bastare neanche questo, perché il padre di Marjan deve dare il suo consenso.

In una terza parte, seguiamo la storia personale di Eslami, che ruota attorno al suo matrimonio con un uomo che è finito rinchiuso in uno di questi istituti. Ha iniziato a girare un film su di lui e alcuni di questi filmati sono inclusi, con la sua voce fuori campo. Questi segmenti sono coinvolgenti e rappresentano alcune delle parti più toccanti del film, lasciando lo spettatore con il desiderio di saperne di più della storia di Eslami.

Per quanto riguarda il sottogenere del documentario in ospedale psichiatrico, The Marriage Project è abbastanza riuscito nel modo in cui esplora e tratta i suoi protagonisti. Lo spettatore entra in particolare connessione con Sahar e Seyfoulah, e Marjan è percepita come sfortunata, piuttosto che malata – prende farmaci molto pesanti, ma la consapevolezza che ha di sé è ancora piuttosto impressionante.

E per quanto riguarda gli ospedali psichiatrici, Esfah House non è il peggiore che abbiamo avuto la possibilità di vedere nel cinema documentario. A molti pazienti mancano i denti e quasi tutti fumano, e a tutto ciò si aggiunge l’assunzione di medicine forti. Dormono in grandi dormitori con molti letti, ma c'è anche un grande spazio aperto nel cortile con giardini e non sembrano essere controllati troppo rigorosamente – c'è a malapena un guardiano in giro – quindi l'impressione generale è luminosa e ottimista, piuttosto che desolante.

The Marriage Project è una coproduzione tra l’iraniana Aras Films, la francese Caracteres Productions e la società del Qatar AJE Witness. La compagnia francese Java Films detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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