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ANNECY 2020

Recensione: Accidental Luxuriance of the Translucent Watery Rebus

di 

- Il croato Dalibor Baric firma un'opera prodigiosa, criptica e vertiginosa, un affascinante turbinio visivo che viaggia nel tempo, l'inconscio, l'oppressione e la disintegrazione mentale

Recensione: Accidental Luxuriance of the Translucent Watery Rebus

Regia, direzione artistica, sceneggiatura, grafica, animazione, composizione, musica e montaggio: il croato Dalibor Baric equivale da solo a un team cinematografico quasi al completo. Ma è soprattutto un incredibile talento artistico fuori dall'ordinario, come magistralmente dimostrato dal suo primo lungometraggio ricco e ultra-personale, Luxuriance accidentelle du rebus aqueux translucide [+leggi anche:
trailer
intervista: Dalibor Baric
scheda film
]
, svelato nel concorso Contrechamp del Festival del film d’animazione di Annecy.

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Opera ibrida, che mescola rotoscopia, collage, found footage e astrazioni sperimentali, il film si rivela un affascinante caleidoscopio di fenomenale varietà visiva e inventiva che merita senza dubbio il grande schermo per essere apprezzato nel suo valore immersivo. Un turbinio vertiginoso che ruota attorno a un intreccio narrativo volutamente enigmatico, ai confini del thriller metafisico e della fantascienza cosmico-politica. Aggiungete alcuni riferimenti espliciti a Lo specchio di Andreï Tarkovski, al cinema di David Cronenberg e al romanzo Il mondo della foresta di Ursula Le Guin, e sarete ancora lontani dalla "realtà" di un universo che procede per strati successivi e dirompenti attorno a concetti come "aprire una scatola e trovare una scatola che contiene un’altra scatola" o "guardare un film su qualcuno che guarda un film, un film su qualcuno che guarda un film", il tutto in un continuum "in caduta libera attraverso lo spazio e il tempo".

Oltre al tempo necessario per abituarsi naturalmente alla collisione di stili visivi, echi, risonanze, interferenze e altri corridoi ipnotici di cui il film abbonda, questa tumultuosa cascata di intelligenza (appassionante e quasi "godardiana") alimentata da diversi voice-over di personaggi, delinea una sorta di filo conduttore. Intorno a un tavolo, ai vertici di un ministero (orchestratore di un capitalismo di sorveglianza che monetizza le vite a suo vantaggio trasformando tutto in dati), Martin è accusato di essere un fantasma e una spia. Chi è lui? L'ispettore Ambroz conduce un'indagine, che porta a insolvibili segreti di interpretazione e identità, prima che la polizia dei sogni prenda il sopravvento nella foresta.

In un mondo "diviso tra quelli che dormono e quelli che sussurrano nelle loro orecchie" e in cui un meccanismo di protezione mentale antistress, un costante controllo dei diagrammi, preserva le apparenze della vita quotidiana mentre "stiamo davvero attraversando l’apocalisse", potenti organizzazioni con agenti spietati e fondi illimitati conducono esperimenti segreti su strade a doppio senso attraverso il tempo. Incontriamo una donna che legge microfilm in una libreria, brandelli di ricordi di Martin che è fuggito in campagna con la sua amata, un reportage urbano di Electric Sam che osserva "territori diversi, regole diverse", la fondazione della città, il subconscio della Terra e molte altre cose (più o meno deliranti): l'autore di queste righe fornisce qui solo alcuni indizi raccolti a caso in un flusso travolgente di illustrazioni visive, come una sorta di incontro all’insegna del non detto tra Dziga Vertov e Philip K. Dick. Un vortice che Dalibor Baric spinge al limite e che rende Luxuriance accidentelle du rebus aqueux translucide un film fuori dal comune che potrà spaventare qualcuno per le sue visioni estreme, ma che altri vorranno assolutamente rivedere per decifrarne le innumerevoli qualità.

Luxuriance accidentelle du rebus aqueux translucide è prodotto da Ivan Katic per Kaos.

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(Tradotto dal francese)

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