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FILM / RECENSIONI Svizzera

Recensione: La preuve scientifique de l’existence de Dieu

di 

- A metà strada fra documentario e finzione, il film di Frédéric Baillif, resta fedele ad un cinema “diverso”

Recensione: La preuve scientifique de l’existence de Dieu
Irène Jacob e Alain Simonin in La preuve scientifique de l’existence de Dieu

Trattenuto dall’epidemia di Covid19 che ha obbligato tutti i cinema a interrompere la loro programmazione, La preuve scientifique de l’existence de Dieu [+leggi anche:
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, la nuova commedia del regista ginevrino Frédéric Baillif approda finalmente il 16 luglio nelle sale svizzere.

Quello di Frédéric Baillif è un concetto di cinema particolare, che si nutre della sua esperienza e formazione (si è diplomato all’Istituto di Studi Sociali di Ginevra e ha debuttato al cinema come autodidatta) per dare vita a film coloriti e autentici, molto spesso frutto di osservazioni minuziose della società che lo attornia. Una libertà che ritroviamo anche nel suo ultimo film La preuve scientifique de l’existence de Dieu, un mix esplosivo di attori professionisti: Jean-Luc Bideau (che si occupa anche della voce fuori campo) e Irène Jacob e veri protagonisti dei fatti raccontati, senza dimenticare la presenza del rapper ginevrino Makala. Un andirivieni fra realtà e finzione che è sottolineato anche dall’intercalarsi d’immagini d’archivio vere e ricreate appositamente per il film. Fedele alla sua idea di cinema che non mette barriere fra documentario e finzione (come è già stato il caso per il suo film precedente Tapis rouge [+leggi anche:
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), Frédéric Baillif non ha però paura di “labellizzare” il suo film come una commedia. Una libertà e un’audacia benvenute rispetto ad un cinema a volte troppo timoroso nell’abbattere le frontiere di genere.

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La storia (con la “s” tanto maiuscola quanto minuscola) raccontata in La preuve scientifique de l’existence de Dieu è quella di un gruppo di amici di lunga data che condividono un passato carico di lotte rivoluzionarie colorate dal maggio 68. Pacifisti incondizionati, i cinque sessantottini si sono intensamente battuti per la creazione del servizio civile come alternativa al servizio militare, obbligatorio in svizzera per ogni cittadino di sesso maschile. Formato da uomini e donne (ad un’epoca in cui le donne non potevano ancora votare!), il movimento che hanno formato è stato uno dei primi a rimettere in causa le sacrosante fondamenta del servizio militare obbligatorio. Cinquant’anni dopo, i protagonisti di questa rivoluzionaria trasformazione si ritrovano per girare un documentario sul loro passato come militanti, idea di uno dei membri del gruppo che lascia gli altri piuttosto perplessi. Il tutto si svolge all’alba di una votazione federale sul divieto di esportare armi e poco dopo la morte accidentale del nipote di Alain, uno dei membri del gruppo, mentre effettuava il servizio militare.

Al di là delle peripezie dei suoi protagonisti, La preuve scientifique de l’existence de Dieu solleva questioni più universali come quella di sapere in cosa consiste oggi l’attivismo e dove sono finite le idee del 68: si sono trasformate o sono definitivamente sparite? O ancora: come si situa la Svizzera, la culla dei diritti dell’uomo, in tutto questo? Senza mai prendersi troppo sul serio, Frédéric Baillif rende omaggio ai suoi protagonisti regalandogli la libertà di essere sé stessi in una società che vorrebbe omologare tutto e tutti: “siate voi stessi e soprattutto non prendetevi per degli attori!” non esita a ripetergli.

La preuve scientifique de l’existence de Dieu è prodotto da Freshprod e dalla RTS Radio Télévision Suisse, e distribuito nella Svizzera da Aardvark Film Emporium. Fizz-e-Motion si occupa delle vendite all’internazionale.

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