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ATLÀNTIDA FILM FEST 2020

Recensione: Lovecut

di 

- Iliana Estanyol e Johanna Lietha consegnano una radiografia autentica e terribile di come gli adolescenti vivono i loro rapporti oggi, condizionati da internet

Recensione: Lovecut

Avete figli adolescenti? Se la risposta è sì, non guardate questo film... da soli: guardatelo con loro, vedete cosa ne pensano. Lovecut [+leggi anche:
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, film austriaco diretto dalle esordienti nel lungometraggio Iliana Estanyol e Johanna Lietha, che fa parte del programma del 10° Atlàntida Film Fest, mette a nudo i giovani di oggi, con tanta verità da turbare anche chi di noi non ha figli nell'età della confusione, della transizione e dell'intensità emotiva (e sessuale).

I protagonisti di Lovecut, ovviamente, hanno computer, tablet e cellulare. Attraverso questi dispositivi conoscono – o almeno così credono – il mondo, si relazionano e interagiscono fra loro. Alcuni scelgono di postare in rete i propri atti sessuali di coppia, scoprendo di non essere gli unici ad esporsi così tanto nel cyberspazio e che, inoltre, questo può portare loro dei soldi. Altri si conoscono attraverso lo schermo nascondendo aspetti fondamentali della loro personalità o fisici. E altri ancora si incontrano tramite le app di appuntamenti, dove non c'è passato, solo il presente più rabbioso, apparente e istantaneo.

Con un'estetica attenta a non cadere nello scabroso e con un cast di interpreti tanto giovani quanto efficaci, Lovecut segue la scia di altri film, come il francese Bang Gang (une histoire d'amour moderne) [+leggi anche:
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intervista: Eva Husson
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, o serie come la nordamericana Euphoria, che parlano apertamente di come sono le relazioni affettive, amichevoli e sessuali dei ragazzi di questo XXI secolo edonistico e tecnologico, senza cadere in sermoni o discorsi manichei, semplicemente esponendo aspetti di quelle vite che possiamo intuire, ma mai conoscere al 100%.

Ecco perché nel film i genitori – con i quali la comunicazione dei ragazzi è scarsa, nulla o, direttamente, aggressiva – compaiono come personaggi sullo sfondo: talvolta sono vittime di piccoli tiranni che hanno imparato la loro ribellione sui motori di ricerca. Per tutto questo, e perché finalmente invita al dialogo, non guasterebbe se questo film, invece di scandalizzare, gettasse un ponte tra gli adulti e coloro che stanno per diventarlo.

Lovecut – che ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura, scritta dalle registe, al Max Ophüls Preis Festival 2020 – è una produzione di Everything is Film. La pellicola è visibile alla 10ma edizione di Atlàntida Film Fest, sulla piattaforma Filmin, fino al 27 agosto.

(Tradotto dallo spagnolo)

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