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INDIECORK 2020

Recensione: Sisters Apart

di 

- Il nuovo lungometraggio di Daphne Charizani racconta di un giovane soldato alla disperata ricerca di sua sorella, una combattente curda che lotta contro l'ISIS

Recensione: Sisters Apart
Christoph Letkowski e Almila Bagriacik in Sisters Apart

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di Daphne Charizani è stato uno dei titoli selezionati nell’edizione di quest’anno del IndieCork Film Festival, uno degli eventi principali dell’Isola di Smeraldo che celebra il cinema e la musica indipendente. Il film, una coproduzione greco-tedesca ha avuto la prima mondiale nella sezione Perspectives on German Cinema al Berlinale, e segue la scia del lavoro della cineasta sul copione di The Audition [+leggi anche:
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(2019), di Ina Weisse, e la sua regia del dramma Madrid, distribuito nel 2003.

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La storia di Sisters Aparts, scritta dalla regista stessa, si focalizza su una giovane soldatessa tedesca di origini curdo-irachene, chiamata Rojda Xani (interpretata da Almila Bagriacik), la quale ha vissuto in Europa fin dall’infanzia. Il film apre con una scena caotica mostrando una donna in cerca della madre, Ferhat (Maryam Boubani), in un campo greco per rifugiati. Rojda riesce a trovare la madre, dopo aver passato svariati anni separate. Tuttavia, scopre proprio da lei, che sua sorella Dilan (Gonca de Haas) è ancora bloccata in Iraq. Dopo essere riuscita a portare Ferhat in Germania, Rojda riceve una chiamata inaspettata da Dilan, la quale sta combattendo l’ISIS per l’esercito curdo. Quindi, decide di chiedere di essere assegnata per una missione a Erbil, per trovarla.

Prima della sua partenza, è interessante notare i segni della madre che si ritrova fuori luogo dopo essere arrivata in una nuova nazione (e in una nuova casa), interpretata eccellentemente nella performance di Boubani, la quale inizia a fare domande a Rojda riguardanti la sua vita in Europa mentre sorseggia con esitazione una tazza di caffè. La donna anziana denota tristemente che, anche se la bevanda è stata preparata nello stesso modo di come faceva a casa, “non è lo stesso”. La madre sembra condannare l’inazione iniziale di Rojda, facendo aumentare gradualmente il loro conflitto generazionale e culturale, aggiungendo grande profondità alle personalità dei due personaggi in poco tempo. Appena viene riassegnata, la sicurezza in se stessa e l’approccio alla vita di Rojda vengono messi alla prova. Otterrà la fiducia velocemente delle combattenti donne, facendo amicizia con Berivan (Zübeyde Bulut), adattandosi alla difficoltà del conflitto e trovandosi in mezzo alle due parti.

Per quanto riguarda le scelte estetiche, la cinematografia di Falko Lachmund (Kids Run [+leggi anche:
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) fa un grande lavoro nel ritrarre l’ambiente freddo e urbano della Germania (forse cercando di amplificare i sentimenti di alienazione di Ferhat), il deserto iracheno e i paesaggi aridi affetti dagli orrori della guerra. In generale, il lavoro visivo è molto coinvolgente e ricco di riprese in soggettiva, permettendo allo spettatore di vedere ciò che Rojda vede, insieme a delle belle riprese a mano che la seguono durante la sua ricerca e le sue operazioni militari. Nel frattempo, la presenza della colonna sonora (cortesia di Florian Tessloff) è delicata e su misura, contribuendo a creare l’atmosfera giusta, mescolandosi efficacemente con i suoni dell’ambiente ritratto.

Complessivamente, la storia di Sisters Aparts è commovente, e la sua messa in scena è ordinata e convincente, supportata da una scrittura sofisticata e uno sviluppo dei personaggi ben pensato. Charizani offre un ritratto maturo e credibile di tre donne turbate, e non esita a mettere in evidenza sia i loro punti di forza che le loro debolezze, fornendo per ognuna di loro una chiusura vigorosa ai loro archi narrativi.

Sisters Apart è stato prodotto da Pallas Film (Germania), Match Factory Productions (Germania) e View Master Films (Grecia), in coproduzione con ZDF e ERT, in associazione con ARTE. Le sue vendite internazionali sono state affidate a The Match Factory.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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