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Il cinema italiano dice no alla chiusura delle sale

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- Un nuovo decreto impone lo stop ai cinema fino al 24 novembre, e torna l’incubo di un nuovo colpo devastante per gli esercenti e per l’intera industria dell’audiovisivo

Il cinema italiano dice no alla chiusura delle sale

“Cinema e teatri sono i luoghi più sicuri, non chiudeteli”. Il mondo dell’audiovisivo italiano dice no alla decisione ingiustificata presa dal governo per fronteggiare la pandemia da Covid-19. Un nuovo decreto impone infatti lo stop a cinema, teatri e sale da concerto almeno fino al 24 novembre, e torna l’incubo di un nuovo colpo devastante per gli esercenti e per l’intera industria del cinema già duramente provata.

Gli appelli che chiedono al governo di fare marcia indietro si moltiplicano in queste ore. In una ricerca effettuata dall’AGIS Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, i luoghi di spettacolo si sono rivelati tra i più sicuri spazi di aggregazione sociale, dati confermati dalle centinaia di proiezioni svoltesi in sicurezza alla Mostra del cinema di Venezia e in questi giorni alla Festa del Cinema di Roma, dove non sono stati registrati focolai nonostante abbia coinciso con una preoccupante crescita di nuovi contagi.

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“Le sale cinematografiche hanno scrupolosamente applicato in questi mesi protocolli severi”, si legge in una nota dell’ANICA, “elaborati grazie alla collaborazione tra istituzioni e associazioni di categoria, riuscendo così a garantire la sicurezza degli spettatori e trasformando le sale in luoghi a contagio zero. I distributori, in particolari quelli italiani, hanno strenuamente resistito continuando a programmare film anche contro ogni logica economica, nell'incertezza assoluta di fronte ai diversi e improvvisi provvedimenti che hanno reso vana qualsiasi forma di pianificazione. Ci impegneremo perché il provvedimento di oggi abbia carattere assolutamente temporaneo: dopo questa fase, fatta di sacrifici complessi ed economicamente dolorosi, si deve giungere al più presto ad una riapertura programmata, con la piena collaborazione tra il governo, le istituzioni ed esercenti, distributori e produttori”.

“E’ stata a una scelta dolorosa e difficile”, ha detto il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, assicurando che nel decreto che sarà varato oggi o martedì ci saranno nuovi interventi a sostegno delle imprese del settore, come per bar e ristoranti.  Oltre a interventi urgenti, l’ANEC Associazione Nazionale Esercenti Cinema chiede di garantire l'uscita sugli schermi di tutti i film già pronti, senza soluzioni diverse o deroghe che penalizzino l'uscita in sala.

“Durante la Seconda Guerra Mondiale il cinema non si è fermato“, ha commentato il regista Marco Bellocchio, “anche sotto le bombe le persone hanno continuato ad andare in sala. Il cinema è un bene primario e un grande simbolo, una possibilità di sogno e di speranza”.

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