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BLACK NIGHTS 2020 Concorso

Recensione: When I'm Done Dying

di 

- Il secondo lungometraggio della sceneggiatrice e regista turca Nisan Dağ è un dramma intrigante ambientato nella sottocultura hip-hop locale di Istanbul

Recensione: When I'm Done Dying
Hayal Köseoğlu e Oktay Çubuk in When I'm Done Dying

Il secondo lungometraggio di Nisan Dağ, When I'm Done Dying, è uno dei titoli selezionati come parte del concorso principale del Festival Black Nights di Tallinn di quest'anno. Il dramma segue il premiato lungometraggio d'esordio della regista, Across the Sea, co-diretto con Esra Saydam e uscito sei anni fa.

La storia di When I'm Done Dying, scritta dalla stessa Dağ, racconta le disgrazie di un giovane rapper di nome Fehmi, interpretato da Oktay Çubuk, che sogna in grande con il suo amico Yunus (Eren Cigdem) e vive con il severo padre Serhad (Müfit Kayacan) e il suo laborioso e premuroso fratello Erdem (Ushan Çakir) a Karacinar, uno degli slum più difficili di Istanbul. Presto scopriamo che il ragazzo è dipendente dal bonzai, una droga a buon mercato, sintetica e letale, che mette a repentaglio sia le sue ambizioni di carriera che la sua relazione appassionata con un affascinante DJ di alto livello, Devin (Hayal Köseoğlu).

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La maggior parte della narrazione è accompagnata dalle canzoni autentiche e orecchiabili scritte ed eseguite da Fehmi e dalla sua band. Qui la musica gioca un ruolo centrale come possibile via d'uscita dalla disperazione e dalla dipendenza, anche se i sogni di gloria del giovane diventano sempre più difficili da realizzare. La recitazione e i dialoghi realistici contribuiscono alla rappresentazione credibile del mondo che circonda la sottocultura giovanile locale, ma il film è anche in grado di mantenere alcuni tratti sullo sfondo – i tratti specifici di una società che è ancora altamente conservatrice e che alimenta la paura di essere giudicati. Questo aspetto è particolarmente visibile nelle dinamiche relazionali sviluppate da Serhad e dai suoi due figli, uno dei quali instaura una relazione omosessuale segreta con un agente di polizia (Ismail Zagros) mentre l'altro è incapace di condurre una vita onorevole e sobria. Inoltre, la relazione tossica tra Devin e Fehmi è ricca di intensi momenti emotivi, caratterizzati da un buon equilibrio tra gli elementi più romantici e la dura realtà di cui fanno parte. Nella seconda metà del film, una svolta sembra arrivare quando un importante produttore musicale, Faruk Ünal (Kürsat Alniaçik), offre alla band l'opportunità di pubblicare il loro primo album per la sua etichetta.

Una delle principali peculiarità del film è la presenza occasionale di inserti animati, che danno vita alle visioni da incubo e alla paranoia di Fehmi. Queste brevi scene danno al dramma un tocco di originalità, sono ben realizzate e consentono allo spettatore di intravedere lo stato d'animo travagliato di Fehmi e il suo processo di autodistruzione. In uno di questi, ad esempio, alcuni graffiti immaginari di un rapper nero iniziano ad umiliarlo, e nella scena successiva vediamo che il ragazzo urla contro un muro bianco, mentre una coppia di passanti nota il suo momento di delirio.

In sintesi, Dağ riesce a raccontare una storia avvincente, sostenuta da una solida sceneggiatura e da un buon cast di attori non professionisti e talenti emergenti. Anche il ritratto della vita nella scena underground di Istanbul è convincente e il lavoro alla macchina da presa di John Wakayama Carey (The Catch, American Thief) fa una bellissima panoramica negli angoli bui, nelle strade polverose e negli edifici decrepiti di Karacinar. Il finale potrebbe non essere una grande sorpresa, ma grazie a un passaggio semplice ma efficace, aggiunge un po' di profondità e non passa inosservato.

When I'm Done Dying è prodotto dalla tedesca Red Balloon e dalla turca Solis Film. Le sue vendite internazionali sono affidate alla società americana Magnolia Pictures International.

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(Tradotto dall'inglese)

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