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IFFR 2021 Concorso Tiger

Recensione: I Comete

di 

- Pascal Tagnati firma un'attraente opera prima, corale, suggestiva e impressionista, nel cuore delle mille sfaccettature di un piccolo villaggio corso sotto il sole estivo

Recensione: I Comete
Jean-Christophe Folly e Pascal Tagnati in I Comete

Rompere la routine narrativa, dare libertà allo spettatore come se fosse un viaggiatore di passaggio in un territorio dove regna uno stato d'animo condiviso da tutti, un consenso culturale e tribale sotterraneo basato sulle tradizioni, e catturare momenti di vita che chiariscono e compongono a poco a poco, mediante accumulazione e incroci, un mondo ben distinto. Il tutto sotto un sole che illumina una natura onnipresente e benefica, mescolando giardini rocciosi, vegetazione e laghi, e d'estate quando è bello chiacchierare seduti su un muretto, fare il bagno in una cascata o festeggiare insieme la sera.

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Pascal Tagnati tenta un'audace scommessa con il suo debutto alla regia, I Comete [+leggi anche:
trailer
intervista: Pascal Tagnati
scheda film
]
, presentato nel concorso Tiger del 49° Festival di Rotterdam. Si tratta di una finzione corale la cui varietà, che sfiora il documentario, delinea con piccoli tocchi un'identità locale, transgenerazionale, alimentata da profondi legami di amicizia, amore, famiglia e persino potere economico nascosto. Come un funambolo rilassato che salta da un cavo all'altro, da un personaggio all'altro, da un soggetto all'altro, il neo-regista centra perfettamente il bersaglio, dando forma a un'opera di grandissimo fascino atmosferico. Perché non dimentichiamo che siamo in Corsica dove i personaggi non hanno mezze misure.

In questo villaggio dove tutti si conoscono e scambiano due parole, gli abitanti stabili incontrano i loro amici che ritornano per l'estate, le famiglie si ricompongono, gli adolescenti si ritrovano sull’orlo della noia, gli adulti si raccontano aneddoti, mentre bevono o ballano, gli anziani osservano tutto con sguardo circospetto (conoscendo i fatti del passato), è tutta una rete invisibile di cose non dette. In mezzo a tutto ciò, troviamo il simpatico trentenne François-Régis (Jean-Christophe Folly), un africano adottato dalla famiglia che segretamente domina la vita di tutti (si fanno allusioni agli incassi dei circoli di gioco, a un futuro ippodromo, a sostegni politici, ecc.) e che è pilotata da lontano dallo zio e a livello locale dai cugini: Charles (Ange-Marie Bisgambiglia) e Carina (Davia Benedetti).

Esplorando con delicatezza quella che sembra essere una "parentesi incantata" insulare e solare in salsa Short Cuts, I Comete offre un affascinante sguardo impressionista che riflette l'essenza di questo microcosmo di un villaggio simbolo della cultura corsa e risuona con un macrocosmo di affetti umani universali. Pascal Tagnati firma così un film che richiede certamente di lasciarsi andare (non cercare quindi di capire velocemente chi è chi e in relazione a chi), ma dove la vita è molto bella, e che è anche un piccolo miracolo di produzione con soli 200.000 euro di budget per una qualità cinematografica ricca di sfumature colte dal direttore della fotografia Javier Ruiz Gómez.

Prodotto da 5 à 7 Films e coprodotto da Lotta Films, I Comete sarà distribuito nelle sale francesi da KMBO ed è venduto nel mondo da Best Friend Forever.

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(Tradotto dal francese)

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