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VISIONS DU RÉEL 2021 Concorso

Recensione: Bellum – The Daemon of War

di 

- Il documentario di David Herdies e Georg Götmark è un trittico di storie che esplorano il significato della guerra oggi

Recensione: Bellum – The Daemon of War

Il nuovo documentario di David Herdies e Georg Götmark Bellum – The Daemon of War [+leggi anche:
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scheda film
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è stato presentato nel concorso principale del festival Visions du Réel di quest'anno. Il film si apre con la citazione di Robert Oppenheimer delle scritture indù dopo i primi bombardamenti nucleari, accompagnata da una colonna sonora eterea. Attraverso le parole di Oppenheimer e gli straordinari filmati d'archivio, ci rendiamo presto conto che il tema centrale del documentario è esplorare la guerra – e in particolare i meccanismi di difesa di tre persone – attraverso tre obiettivi diversi. Il primo è il mirino telescopico dei fucili d'assalto usati da ex contractor militari annoiati che vivono in un remoto villaggio texano nel mezzo del deserto del Mojave. Il secondo è quello di un telescopio, utilizzato da un ingegnere svedese che sviluppa la tecnologia AI per l'industria della difesa. Il terzo è il mirino della fotocamera di una giornalista di guerra che documenta la devastazione dell'Afghanistan.

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Qui, David Herdies e Georg Götmark adottano un approccio eminentemente osservativo con un'interazione minima. Le tre lenti (e trame) rappresentano metafore di tre punti di vista radicali. Il mirino telescopico del fucile d'assalto disumanizza la guerra e riduce gli uomini a semplici bersagli. Il telescopio, dal canto suo, incarna l'ambivalente curiosità scientifica dell'ingegnere, spinto dalla sua sete di conoscenza (una spinta molto umana e ammirevole) ma che contribuisce a finanziare e a promuovere la realizzazione di macchine della morte intelligenti. Tale dicotomia è evidenziata anche dall'osservazione del soggetto stesso, un uomo che va subito al sodo durante la sua routine lavorativa, ma che allo stesso tempo è un premuroso marito e padre di due figli. Infine, il mirino della fotocamera tenta di empatizzare e comprendere meglio l'impatto umano della guerra, ma non è esente da altri dilemmi. La prima volta che la fotografa appare sullo schermo, ad esempio, la vediamo parlare con un gruppo di uomini del Movimento popolare per la pace e chiedere loro di indossare le loro sciarpe blu. Successivamente, li riunisce in un luogo all'aperto e chiede di parcheggiare un'auto con i fari accesi a pochi metri dal gruppo per ottenere un'immagine migliore. Gli spettatori potrebbero chiedersi, per esempio, quanto sia giusto "costruire" una fotografia per trasmettere un certo significato quando si documenta una guerra.

Il documentario alterna costantemente le tre trame, ma alla fine le prime due (e soprattutto quella che segue i contractor americani) acquistano più significato. I traumi del dopoguerra sono al centro della scena e offrono agli spettatori alcune sequenze memorabili ambientate in un villaggio dove il bar è l'unica possibilità di svago, oppure curiose aggiunte, come la scena che ritrae lo scienziato svedese che balla da solo in una sorta di sala server mentre ascolta musica elettronica tramite le sue cuffie.

Infine, gli spettatori saranno invitati a riflettere su alcune importanti domande. Cos'è la guerra oggi? Che tipo di conflitti interiori rappresentano i soggetti di questo documentario? Riusciranno mai a sbarazzarsi della loro "guerra interiore?" Ovviamente, Herdies e Götmark non sono in grado di trovare risposte precise; tuttavia, la loro scelta di concentrarsi su queste tre "lenti" della guerra è intelligente e ben ponderata. Anche se la struttura narrativa non è perfettamente bilanciata, Bellum – The Daemon of War fornisce buoni spunti di riflessione e lo fa in modo coinvolgente e sincero. Sarebbe interessante avviare una simile indagine "tripartita" più avanti nel tempo – magari nel 2040 – quando, secondo molti analisti, l'intelligenza artificiale automatizzerà la maggior parte della forza lavoro e presumibilmente anche l'industria della difesa. La futura pervasività della tecnologia potrebbe rendere di nuovo opportuna e necessaria un'indagine del genere.

Bellum – The Daemon of War è prodotto dalla svedese Momento Film in coproduzione con l’emittente pubblica SVT, Film i Väst e la danese Made In Copenhagen. La società tedesca Deckert Distribution si occupa delle vendite nel mondo.

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(Tradotto dall'inglese)

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