email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

D'A 2021

Recensione: ¡Corten!

di 

- Nel suo pazzo quarto film, il giocoso Marc Ferrer desidera essere assassinato come una sciocca attrice italiana di film horror... e quasi ci riesce

Recensione: ¡Corten!
Marc Ferrer in ¡Corten!

Con lo stesso spirito trasgressivo, libero e spudorato dei primi lavori di John Waters o Adolfo Arrieta, a base di situazioni deliranti, attori famigerati, budget ridottissimo, riprese rapide e un'assoluta mancanza di pudore (e credibilità), il barcellonese Marc Ferrer ha costruito una filmografia unica e peculiare, al di fuori dei margini più accomodanti e convenzionali dell'industria cinematografica spagnola. La sua ultima uscita si intitola ¡Corten! [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, un film di soli 78 (deliranti) minuti che è stato presentato all'11ma edizione del D’A Film Festival di Barcellona, ​​nella sezione Direccions.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Con un'idea spudoratamente assurda alla base della sua messa in scena, ¡Corten! è un lungometraggio che ha la sana virtù di non prendersi sul serio nemmeno per un attimo. Interpretato da amici e con l'apparizione stellare di quella diva queer conosciuta come La Prohibida e quell'idolo giovanile polisessuale chiamato Samantha Hudson, anche Dario Argento potrebbe essere elencato come un personaggio di questo delirio pop, poiché il suo famoso stile di illuminazione con colori intensi illumina il film, e ne è una grande fonte di ispirazione. Qui ci sono anche quei suoi personaggi belli e affascinanti, ma con un basso quoziente intellettivo, che si avventurano sempre per vicoli bui e solitari e lasciano le finestre aperte affinché un assassino possa facilmente entrare e farli a pezzi.

Ma Ferrer non vive solo di giallo, giacché anche Pedro Almodóvar (e Arrebato di Iván Zulueta) è omaggiato con affetto e ammirazione dal cineasta catalano: è facile riconoscere nelle situazioni e nei dialoghi di ¡Corten! dettagli di La mala educación, Volver e, soprattutto, La legge del desiderio. Perché qui il protagonista è un regista di cinema (Ferrer che interpreta se stesso), senza successo di critica né di pubblico: immerso nella produzione e nelle riprese di un film con sangue e altri fluidi corporei, una serie di crimini reali lo indicano come il più grande sospettato, mentre un giovane – e dotato – attore madrileno arriva a Barcellona, ​​con l'illusione di conoscerlo a fondo e di lavorare con lui.

Tuttavia, l'autore di film di basso profilo ma divertenti e queer come Puta y amada, La maldita primavera [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
e Nos parecía importante, imprime al suo quarto film una svolta: attraverso la metafora (che una delle sue star critica con rabbia) costruisce un'autocritica sfrenata e attacca il proprio lavoro con il coraggio di un kamikaze che, in fondo, è orgoglioso di definirsi il nipote gay di Jess Franco.

"Perché i film vanno fatti... non importa cosa!" esclama il personaggio centrale a un certo punto di questo film: un motto orgoglioso che lo stesso Ferrer sposa alla lettera, come un topo instancabile, sempre alla ricerca del formaggio: è fantastico non solo che li giri, ma anche che abbia già il suo pubblico fedele e persino il suo stile, che combina camp e serie B con una parodia senza freni.

¡Corten! è una produzione di Filmin Originals, Canada e Películas Inmundas, la compagnia dello stesso Marc Ferrer. Della sua distribuzione e vendite si occupa Filmin.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy