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ZAGREBDOX 2021

Recensione: Hold Me Right

di 

- Danijela Štajnfeld e altre vittime di stupro parlano del loro trauma per provare a superare il loro calvario

Recensione: Hold Me Right

Nel 2012, l'attrice Danijela Štajnfeld è stata violentata da un uomo che ha descritto come influente e potente nei ranghi del cinema e della cultura serbi. Ha poi lasciato la Serbia, dove era considerata un astro nascente del teatro, della televisione e del cinema, grazie ai suoi ruoli in film popolari come Ivko's Feast (2005) e The Wounded Eagle (2009), e si è trasferita negli Stati Uniti per ricominciare la sua vita e la sua carriera. Non ha parlato dello stupro per anni. Il documentario Hold Me Right [+leggi anche:
trailer
intervista: Danijela Stajnfeld
scheda film
]
che ha realizzato si è rivelato parte integrante, persino essenziale, della sua guarigione.

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Il film è stato presentato in anteprima l'anno scorso all'edizione virtuale del Sarajevo Film Festival, e dell'identità dello stupratore di Štajnfeld si interrogavano tutti in città, dal momento che la regista non l'ha rivelata nemmeno nel film (dove la sua voce è stata pesantemente contraffatta per non essere riconoscibile) o durante le numerose interviste. L'ha rivelata solo a marzo, prima della première serba in programma al Festival Martovski di Belgrado (il festival è stato spostato da marzo ad aprile), e si è scoperto che si trattava di Branislav Lečić, l'attore ed ex ministro della Cultura. Le accuse di Štajnfeld hanno contribuito al movimento contro lo stupro e le molestie sessuali all'interno delle scuole di recitazione in un certo numero di paesi dell'ex Jugoslavia, partito con le accuse di più attrici secondo cui il noto insegnante di recitazione di Belgrado Miroslav Aleksić le avrebbe violentate quando erano minorenni.

Štajnfeld apre il suo documentario, che ora è stato proiettato a ZagrebDox, con una telefonata a sua madre durante la quale ammette di essere stata violentata anni fa in Serbia, ma ora si sente pronta a parlarne. Dichiara anche la sua intenzione di realizzare un documentario con altre vittime di stupro in America per aiutare loro e se stessa ad affrontare il trauma.

Le vittime sono tre donne e due uomini che hanno ugualmente subito uno stupro. Una, una poliziotta, è stata violentata dal suo superiore; non ha avuto il sostegno dei suoi colleghi ed è stata costretta a lasciare il lavoro. Un'altra donna ha subito uno stupro coniugale e suo marito è stato successivamente condannato a sette anni di carcere per questo. La terza donna è stata violentata all'età di 15 anni e il suo ragazzo dell'epoca ha persino intrapreso una campagna contro di lei perché non le credeva. Uno degli uomini, che è gay, è stato colto di sorpresa e con la forza, e violentato a una festa, ma nessuno gli ha creduto. L'altro uomo, un marine, è stato violentato dai suoi colleghi della marina all'età di 17 anni, lasciando la sua vita a brandelli.

Le interviste e le conversazioni sono intervallate da estratti dal video diario di Danijela, dal 2012 fino ad anni dopo, in cui spiega come affronta il proprio trauma, rendendo completamente organico il suo legame con gli intervistati. Le interviste e le testimonianze di Štajnfeld alla telecamera sono anche mescolate con due tipi di animazione, una che serve come illustrazione del trauma che le vittime hanno dovuto sopportare, e l'altra sotto forma di un vecchio videogioco che aiuta con la struttura del film. Con l'interessante sound design composto da montaggi di testimonianze e la colonna sonora elettronica tesa e pulsante di Jason Binnick e Christian Ruggiero, montata magistralmente sul resto del materiale da Štajnfeld e Kelsey Lynne Payne, è chiaro che Hold Me Right non è solo un utile documentario su un argomento importante, ma anche profondamente personale, ben realizzato e avvincente.

Hold Me Right è una coproduzione serbo-americana di Quiet e Roast Beef Productions.

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(Tradotto dall'inglese)

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