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CANNES 2021 Un Certain Regard

Recensione: Bonne mère

di 

- CANNES 2021: Con il suo secondo lungometraggio da regista, Hafsia Herzi perfeziona il suo approccio neorealistico nel cuore vibrante e caotico di una famiglia sostenuta dal pilastro dell'amore materno

Recensione: Bonne mère
Halima Benhamed in Bonne mère

“Finché resterò in piedi, sarò forte”. Hafsia Herzi dà forma al ritratto di una madre coraggio, ma anche al quadro raffigurante una famiglia, un quartiere e più ampiamente la città di Marsiglia, con uno stile neorealista crudo, amorevole e convincente, con il film Bonne mère [+leggi anche:
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intervista: Hafsia Herzi
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, presentato nel programma Un Certain Regard del 74° Festival di Cannes. Un lungometraggio che persevera nel lavoro intrapreso con sensibilità e in condizioni di produzione molto più professionali, iniziato dalla regista con Tu mérites un amour [+leggi anche:
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intervista: Hafsia Herzi
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(presentato alla Semaine de la Critique 2019).

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Conoscendo intimamente il suo soggetto, l’ambientazione e l’atmosfera popolare dei quartieri nord in cui è cresciuta (e dove la povertà e la disoccupazione sono sempre attuali), la luce che bagna la città di Marsiglia, e soprattutto quegli abitanti delle zone che vengono definite svantaggiate, quelle donne e quegli uomini che affrontano le difficoltà dell’esistenza, la regista realizza un cinema-verità senza orpelli, ma senza neanche sottolineature. Poiché ciò che le interessa, sono le persone, i volti, l’amore che supera ogni ostacolo.

“Che cosa c’è di più bello dei bambini, al mondo?”. Niente per Nora (Halima Benhamed) che attraversa la città all’alba verso l’aeroporto per lavorare insieme al piccolo gruppo unito che pulisce gli aerei facendo turni continui, per poi passare al suo secondo lavoro di badante presso Viviane (Denise Giullo), una signora anziana divenuta quasi sua amica. Poi è tempo di tornare nei quartieri nord per occuparsi della sua famiglia che adora, ma che le dà parecchie preoccupazioni. Poiché suo figlio maggiore, Ellyes (Mourad Tahar Boussatha), è in prigione e Nora ospita sua nuora Muriel (Justine Grégory), che lavora come cassiera in un supermercato, e suo nipote, l’adolescente Jawed (Jawed Hannachi Herzi). Il secondo figlio, Amir (Malik Bouchenaf), passa il tempo bighellonando sui videogiochi credendosi il re del mondo. Quanto a Sabah (Sabrina Benhamed), è la ragazza madre single di Maria (che sta per compiere quattro anni e il cui padre è ignoto). Aggiungete le truculenti amiche di Sabah, Coralie (Noémie Casari), Anissa (Anissa Boubaker) e Ludivine (Saaphyra), e otterrete un panorama del caotico ed esuberante gruppo studiato dal vivo dalla regista.

Essere poveri significa aver risparmiato per 15 anni per avere finalmente dei bei denti e doverci rinunciare vendendo anche i propri gioielli (persino l’anello nuziale) per pagare l’avvocato di tuo figlio. In questi quartieri troviamo giovani che sognano di avere soldi per sfuggire al RSA (Reddito di solidarietà attiva) e che si fanno coinvolgere nella prostituzione mascherata e ci sono punti di spaccio, spettacoli serali, superstizioni e una cultura della strada. Ma anche calore umano, sentimenti intensi, e i sacrifici quotidiani di una madre.

Recitato quasi del tutto da attori non professionisti molto credibili (la cui protagonista ha un volto che è un vero e proprio quadro), Bonne mère si focalizza dall’inizio fino alla fine sul tumulto della quotidianità e fa il punto della situazione di questo microcosmo familiare, che riflette la società circostante. Una franchezza che farà senza alcun dubbio reagire coloro che non vogliono sapere come vivono i poveri, ma Hafsia Herzi ne sdrammatizza la pesantezza melodrammatica aggiungendo del sano humor. Poiché come dice la canzone di Nacash: “Ci sono tante cose di cui ridere, tante di cui piangere, dispiaceri e sofferenze, sotto il sole”.

Prodotto da SBS Productions e coprodotto da Arte France Cinéma, Bonne mère è venduto da SBS International.

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(Tradotto dal francese da Ilaria Croce)

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