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SARAJEVO 2021 Concorso

Recensione: The Elegy of Laurel

di 

- Il montenegrino Dušan Kasalica firma il suo primo lungometraggio, un dramma feroce su un uomo pieno di sé, a suo agio nella sua posizione sociale e totalmente ignaro dei bisogni degli altri

Recensione: The Elegy of Laurel
Frano Lasić e Lidija Kordić in The Elegy of Laurel

Il primo lungometraggio del regista montenegrino Dušan Kasalica, The Elegy of Laurel [+leggi anche:
trailer
intervista: Dušan Kasalica
scheda film
]
, è stato presentato in anteprima mondiale in concorso al Sarajevo Film Festival. Un dramma che si trasforma in una favola oscura, è un’opera meticolosamente concepita ed eseguita.

Filip (Frano Lasić) è un illustre professore universitario di Storia sulla sessantina. Arriva in un luogo di cura sulla costa con sua moglie da molti anni, Katarina (Savina Geršak). Parlano molto poco, tranne quando Filip entra nelle sue riflessioni filosofiche, che includono argomenti come gli istinti primordiali o Nietzsche. Abbastanza presto, Katarina dice semplicemente che il loro matrimonio è finito e se ne va.

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Filip rimane per altri tre giorni e la sua unica reazione all'essere lasciato dalla moglie è urlare in una vasca da bagno piena. Poi torna in città, e lo vediamo all'università, quel tanto che basta per confermare che, anche nei contesti sociali, si tratta di un uomo altezzoso, compiaciuto di sé, a proprio agio nella propria ignoranza, dimentico dei bisogni e delle emozioni degli altri. Quindi, fa le valigie e va a casa sua in montagna. Qui, il film prende una brusca svolta nel territorio del fantastico. La possibile trasformazione di Filip sarà guidata da creature mitiche, tra cui un caprone dall'aspetto regale, un serpente che si trasforma in una bellissima ragazza e la sua stessa madre defunta.

Kasalica ha trovato alcune ambientazioni impressionanti per il suo film. L'hotel/spa sulla costa è grande e molto tranquillo, fitti i boschi circostanti e il mare autunnale grigio e tumultuoso. Le montagne su cui è arroccata la casa di Filip fanno da sfondo al segmento fantastico: la foresta è costellata di imponenti pini secolari. Questa sezione, tuttavia, vagamente ispirata a una fiaba croata, a sua volta proveniente dalla mitologia slava, destabilizza in una certa misura il film: il suo simbolismo è chiaro ed è ben collegato al personaggio principale, ma il cambio è stridente per lo spettatore e ci vuole tempo per abituarsi.

Fin dalla prima inquadratura, in cui la telecamera di Igor Djordjević esce lentamente da una grotta, il pubblico sente che il regista sa esattamente cosa sta facendo e perché, anche se loro stessi non ne sono sicuri. Inquadrature meticolose, dialoghi che mostrano chiaramente i cambiamenti nella prospettiva di Filip nei confronti di persone e creature che hanno ruoli diversi nella sua vita, così come un ritmo di montaggio lento e deliberato di Jelena Maksimović con diverse dissolvenze incrociate molto graduali e ben posizionate, mostrano un invidiabile controllo della regia.

Un altro aspetto interessante è la musica: a differenza della maggior parte dei film d'autore europei, The Elegy of Laurel ha una partitura forte e accattivante di Branislav Jovančević Kӣr, il cui appellativo, basato su un prefisso per i nomi balcanici del Medioevo, riflette la qualità epica, inquietante e probabilmente leggermente ironica della colonna sonora. Inoltre, diverse canzoni diegetiche di vecchi compositori jugoslavi, oltre alla famosa aria de "Il flauto magico" come musica da ascensore, hanno un posto di rilievo nel film, creando stati d'animo inaspettati.

Scegliendo nel ruolo principale Frano Lasić, un rubacuori per qualsiasi mamma boomer della Jugoslavia di quei tempi, Kasalica ha sicuramente qualcosa da dire sulla generazione dei suoi genitori e sulla società che hanno lasciato ai loro figli dopo che la loro comoda vita borghese è andata in pezzi insieme al vecchio Paese. Il fatto che questa decisione si sovrapponga a uno sguardo feroce su un particolare tipo di uomo che tutti riconosceranno facilmente non è certo un caso.

The Elegy of Laurel è una coproduzione della montenegrina Meander Film e della serba Non-Aligned Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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