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SARAJEVO 2021 Concorso documentari

Recensione: ŽŽŽ (Journal About Želimir Žilnik)

di 

- Il nuovo documentario di Janko Baljak è più un tributo al lavoro di Želimir Žilnik che una semplice biografia dell'iconico regista

Recensione: ŽŽŽ (Journal About Želimir Žilnik)

Želimir Žilnik è un regista il cui stile unico e il cui approccio sfumano il confine tra documentario e fiction. I suoi film di finzione hanno le qualità documentaristiche della veridicità, mentre i suoi documentari sono tesi come i film di finzione. In più di 50 anni di carriera, ha fatto da regista a più di 60 film, corti e lungometraggi, documentari, film di finzione e ibridi, nei quali ha cercato di esporre la verità nascosta sotto la superficie. Ora è diventato lui stesso il soggetto di un documentario intitolato ŽŽŽ (Journal About Želimir Žilnik), scritto e realizzato da Janko Baljak, noto per il suo lavoro documentaristico, corto e medio metraggio, prevalentemente nel formato televisivo, su temi socialmente rilevanti per la Serbia e l'ex Jugoslavia dai primi anni novanta in poi.

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ŽŽŽ (Journal About Želimir Žilnik) è stato presentato in anteprima nel concorso documentari della ventisettesima edizione del Sarajevo Film Festival. Il regista autorevole al centro del film dovrebbe bastare a garantirgli un'ulteriore esposizione, soprattutto nella regione dei Balcani occidentali e anche in festival specifici. Il film approderà infine in televisione, dove le sue qualità informative e la sua struttura chiara dovrebbero avere un buon riscontro.

Il titolo del film è in realtà un gioco di parole sul titolo del breve documentario di Žilnik Newsreel on Village Youth in Winter (1967), che ha offerto un'altra prospettiva nella percezione della realtà della Jugoslavia socialista, ma Baljak apre il film con una discussione su un'altra delle opere controverse di Žilnik, ovvero il suo film incompiuto Freedom or Cartoons (1972), la cui produzione fu bloccata dalle autorità. ŽŽŽ (Journal About Želimir Žilnik) è strutturato come una sorta di road movie in cui Žilnik, accompagnato da Baljak e dalla sua troupe, rivisita i suoi vecchi film, i luoghi in cui sono stati girati, i membri della troupe e i colleghi, i soggetti sopravvissuti, come l'iconico Pirika, protagonista di Little Pioneers (1968) e Pirika on Film (2013), e i loro discendenti. Naturalmente, vengono citate le pietre miliari della carriera di Žilnik, come il film vincitore dell'Orso d'Oro Early Works (1969), il processo giudiziario per il possibile divieto del film che ne seguì, il rapporto di Žilnik con la cosiddetta Onda Nera jugoslava, come ritratto nel suo breve documentario Black Film (1971), il suo esilio in Germania durante il quale realizzò cinque cortometraggi nel corso di un solo anno, il suo ritorno in Jugoslavia, il suo lavoro di denuncia della schizofrenia e della violenza degli anni novanta, come mostrato nei suoi film Tito's Second Time Among the Serbs (1994) e Marble Ass (1995) e il suo tentativo di trovare un modo umano di affrontare l'attuale stato del capitalismo e la crisi dei rifugiati in corso, di cui si è occupato nei suoi ultimi film. Gli sforzi per recuperare i nastri rimanenti di Freedom and Cartoons e per terminare il film come una sorta di testamento sono, tuttavia, un filo conduttore del film dall'inizio alla fine.

Con una carriera così ricca, Žilnik come narratore e guida è probabilmente la più grande risorsa del film, poiché ha molte storie e aneddoti da condividere con il pubblico. Baljak ha il compito di guidarlo e "curarlo" un po', cosa che fa con grande rispetto, catturando effettivamente lo spirito di Žilnik e persino continuando il suo lavoro in un certo senso. Con la colonna sonora di Predrag Vranešević, uno dei più assidui collaboratori di Žilnik, e il montaggio di Aleksandra Milovanović, che ha saputo amalgamare il materiale girato di recente con i vecchi lavori di Žilnik e con il materiale d'archivio, come i ritagli di giornale, ŽŽŽ (Journal About Želimir Žilnik) è una visione piacevole e istruttiva e un forte tributo a un grande regista.

ŽŽŽ (Journal About Želimir Žilnik) è una produzione serba di Siniša Bokan per Arbos, e ha ottenuto il supporto finanziario da Film Centre Serbia.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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