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FANTASIA 2021

Recensione: Martyrs Lane

di 

- Nel suo terzo lungometraggio, la regista Ruth Platt presenta il concetto di dolore come fonte di ogni inquietudine

Recensione: Martyrs Lane
Kiera Thompson e Sienna Sayer in Martyrs Lane

Vi è un non so che di molto rassicurante in Martyrs Lane [+leggi anche:
intervista: Ruth Platt
scheda film
]
di Ruth Platt, presentato in anteprima mondiale al Festival Fantasia, con i suoi vecchi cimiteri e i sussurri sospetti udibili solo di notte, e il suo senso generale di elegante inquietudine alla The Others. Per farla breve, non si tratta di un torture porn, quindi tutti possono rilassarsi. Il che non vuol dire che non sia sconvolgente, poiché questa storia di fantasmi scava in profondità, illustrando il dolore come fonte di tutti i disordini. È un qualcosa che non si lascia andare e che si sente ovunque o, soprattutto, quando non se ne parla apertamente. Questo avviene di solito nella maggior parte delle famiglie.

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La piccola Leah (Kiera Thompson) lo percepisce senza alcun dubbio, anche se non ne comprende bene l’origine: esposta al comportamento irregolare della madre (Denise Gough), causato da qualcosa che tutti gli altri preferirebbero dimenticare, cresce come una bambina nervosa e silenziosa. È costantemente accerchiata da quei sussurri menzionati sopra, con persone che, ogni giorno, vanno e vengono dalla loro canonica dall'aspetto cupo, portando con sé le proprie storie così come gli occasionali gesti di affetto.

Ma l'affetto è qualcosa che ovviamente manca qui, in questa casa, e, nonostante nessuno le faccia del male, Leah si sente ancora terribilmente sola. Com'era prevedibile, trova conforto nella religione, affascinata dai suoi racconti o forse solo desiderosa di appartenere a qualche luogo, poiché il rituale le offre una facile via di fuga dalla casa piena di ansie. Questo potrebbe essere il motivo per cui non risulta così spaventata quando riceve una visita notturna da parte di Sienna Sayer, che bussa alla sua finestra con un’allarmante regolarità dopo un incontro fortuito nella foresta. Dopotutto, la ragazza in questione ha le ali, proprio come un angelo, e un viso da cherubino. A volte può essere bello avere un po' di compagnia nell'oscurità. Tuttavia, l'"angelo" in questione ha dei progetti ben precisi, e ci sono richieste specifiche che ne conseguono.

Non avrebbe senso rivelare troppo, ma sono due performance di bambine davvero impressionanti quelle che Platt ottiene nel film, con Sayer già nominata “Astro Nascente” di quest'anno al festival di Montreal. È convincente e allo stesso tempo molto sottile, anche se sottile sembra essere la parola d’ordine di Platt in qualità di regista. Preferisce parlare con dolcezza, assumendo facilmente il punto di vista di un bambino tormentato dagli incubi e, anche se ci sono occasionali momenti di tensione, il film è più malinconico che terrificante. A meno che qualcuno non abbia paura degli angeli, oppure di bambine con il viso da cherubino.

Martyrs Lane è prodotto dalla società britannica Ipso Facto Productions. Le sue vendite sono gestite da LevelK, con il servizio di streaming Shudder presente in Nord America, Regno Unito, Irlanda, Australia e Nuova Zelanda.

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(Tradotto dall'inglese da Rachele Manna)

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