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BRIFF 2021

Recensione: Family

di 

- Milo Rau porta al cinema lo spettacolo da lui ideato per il teatro, su una tipica famiglia borghese i cui membri hanno tutti deciso di porre fine alla propria vita

Recensione: Family
An Miller e Leonce e Louisa Peeters in Family

Milo Rau, drammaturgo, regista, giornalista e cineasta svizzero, oltre che ex direttore artistico del NTGent, traspone al cinema lo spettacolo da lui ideato per lo stesso teatro, Family, un adattamento presentato lo scorso anno al Festival di Gent e selezionato quest'anno in concorso nazionale al Festival internazionale del cinema di Bruxelles.

Settembre 2007. Nella cittadina di Coulogne, a pochi chilometri da Calais, una famiglia si suicida. Un'intera famiglia. Il padre, la madre, i due figli trentenni. Tutto fa pensare che si tratti di un suicidio collettivo, a cominciare da una lunga lettera, che si conclude con questa terribile frase e che semina un enorme sconcerto: "Abbiamo sbagliato troppo... Perdono".

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Dieci anni dopo, Milo Rau si propone di esplorare questo insondabile fatto di cronaca mettendo in scena l'ultima serata della famiglia Meesters. O meglio, di una famiglia. Una vera famiglia, ancora viva, quella formata dagli attori Filip Peeters e An Miller (entrambi visti nel grande successo del cinema fiammingo di Erik Van Looy Loft [+leggi anche:
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, e nella fortunata serie Salamander), e dalle loro due figlie adolescenti, Leonce e Luisa.

La famiglia Peeters-Miller, viva e vegeta, non ha pensieri suicidi. Ad eccezione di Louisa, la maggiore, che racconta la storia. Mentre studia in collegio, rimugina, pensa di porre fine alla sua vita. Non passa all’atto pratico, ma vorrebbe capire il gesto di questa famiglia, così vicina e così lontana da lei. Così Milo Rau mette in scena l'ultima sera della famiglia, l'ultimo pasto, le ultime conversazioni, gli ultimi preparativi, gli ultimi gesti della vita quotidiana prima del gesto estremo e fatale, che sentiamo arrivare, convinti che nulla ci sarà risparmiato.

Lo spettacolo, andato in scena a gennaio 2020, è stato rappresentato per alcune settimane, prima di essere interrotto dal lockdown. Con il supporto del NTGent, Milo Rau e i Peeters-Miller hanno deciso di creare una versione cinematografica. Milo Rau, che a teatro aveva allestito un dispositivo video, semplifica la scena. Il cinema gli permette di sondare i volti molto da vicino. L'espediente teatrale non viene mai nascosto, anzi, viene audacemente suggerito da un sipario rosso che apre il film. Sentiamo i silenzi, sentiamo anche i paesaggi sonori del teatro, emessi sul set, il canto degli uccelli registrato, i canti di Leonard Cohen o di Rameaux. Vediamo le scenografie, le cornici, i costumi e gli accessori. Ma gli artifici teatrali diventano rapidamente un tutt'uno con la messa in scena cinematografica per offrire una cassa di risonanza metaforica all'esperienza artistica guidata dalla famiglia Peeters-Miller. Se non sappiamo nulla delle motivazioni dei Meester, la famiglia di Coulogne, l'ultimo pasto dei Peeters-Miller ci invita a riflettere sul nostro posto nel mondo.

In un momento in cui l'umanità non ha altra scelta che rendersi conto di aver irrimediabilmente messo a repentaglio i mezzi della propria sopravvivenza, come anticipare questo grande suicidio collettivo? Non è più saggio orchestrare la propria morte, renderla più bella? Tali domande vengono poste direttamente o implicitamente da Louisa davanti alla telecamera, ma anche dai suoi genitori o dalla sorella durante strazianti monologhi interiori. Mentre impariamo a conoscerli, in particolare grazie agli inventari delle cose che amano redatti prima di morire, le loro ragioni di fondo, la loro angoscia esistenziale ci riporta al senso della nostra stessa esistenza.

Family è prodotto da Look@Leo e il NTGent (Belgio). Da notare che Milo Rau ha già girato e presentato un altro film, The New Gospel [+leggi anche:
recensione
intervista: Milo Rau
scheda film
]
, selezionato alle Giornate degli Autori di Venezia l’anno scorso.

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(Tradotto dal francese)

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