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ASTRA 2021

Recensione: Landscape Zero

di 

- Bruno Pavić ci trascina in un viaggio lunatico con personaggi anonimi, ma ritratti affettuosamente, che vagano per una famigerata area inquinata della Croazia

Recensione: Landscape Zero

Una persona con una tuta protettiva e una maschera antigas è giustapposta a luoghi turistici affollati e persone che nuotano o prendono il sole sullo sfondo di una mostruosa fabbrica dall'altra parte della spiaggia. Contrariamente a quanto si possa pensare, non si tratta di un ennesimo film a tema Covid-19, ma piuttosto delle scene iniziali di Landscape Zero [+leggi anche:
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 di Bruno Pavić. Questo film, proiettato all'Astra Film Festival, esplora una parte avvelenata e in disfacimento della sua terra natale: la Croazia. Più avanti nel film, seguiamo un uomo affetto da una malattia polmonare che distribuisce manifesti di avvertimento sui tassi di cancro, e un altro, che abita con il suo cane e un branco di capre, vive vicino a un edificio abbandonato circondato da cumuli di rifiuti. Sono le stesse capre il cui latte viene imbottigliato a casa e venduto al mercato locale da una donna dal viso raggiante.

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Il quarto personaggio degno di nota è un uomo solitario e scontroso con un fucile che osserva la fabbrica di notte da lontano, probabilmente con qualche piano in mente per protestare contro l’intossicazione della sua terra. Attraversando questo ambiente sconcertante incontriamo anche una coppia di sposi novelli che sceglie la fabbrica come sfondo per le foto del loro matrimonio, una manifestazione di persone con la mascherina (in periodo pre-Covid) che insistono sul loro diritto di respirare aria pulita, un uomo che pesca tra edifici deteriorati, un filmato d'archivio che allude al fatto che l'industrializzazione locale era glorificata ai tempi di Josip Broz Tito, con persone che vagavano tra gli alberi e cespugli coperti di sacchetti di plastica. Per non parlare delle tonnellate di rifiuti. Tutti questi episodi banali sono interrotti da performance fisiche che si svolgono in luoghi raccapriccianti, come se stessero in qualche modo piangendo la perdita del legame umano con la natura.

La macchina da presa di Andrea Kaštelan gira le scene devastate di questo quartiere industrializzato e, allo stesso tempo, zooma sulle conseguenze, come l'acqua sporca e le creature sfigurate che si nascondono sotto i resti fatiscenti di un passato non elaborato e impuro. È impossibile intravedere il paesaggio mediterraneo, un tempo bellissimo, in mezzo a questi avanzi materiali di avidità, ambizione politica e decisioni sbagliate.

A cavallo tra l’osservazione documentaria e l’installazione video con elementi performativi, Landscape Zero potrebbe essere visto come un'opera d'arte visivamente sofisticata e contemplativa. Tuttavia, se ciò che gli spettatori desiderano è scoprire alcuni fatti reali sull'inquinamento nell'area, ciò che vediamo nel film richiede un'ulteriore contestualizzazione, analogamente alle opere d'arte contemporanea, e le spiegazioni possono essere trovate solo al di fuori del film. Il luogo in questione è Vranjic, non lontano dalla seconda città più grande della Croazia, Spalato. Lì, la fabbrica di materiali edili Salonit sta inquinando la zona con l'amianto, provocando malattie polmonari incurabili ai lavoratori e ai cittadini che vivono nelle vicinanze. I manifestanti chiedono per lo più una maggiore efficienza da parte del governo croato nella risoluzione dei problemi relativi allo status pensionistico dei malati.

Ma forse, nella sua ambizione di evitare il semplice attivismo ambientale, Landscape Zero preferisce fare una dichiarazione silenziosa, ritraendo l'area nei dettagli e lasciando che gli spettatori traggano le proprie conclusioni, rendendo poi di fatto la malvagità più gradevole dal punto di vista estetico.

Landscape Zero è prodotto dalla società croata Udruga Kazimir.

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(Tradotto dall'inglese da Rachele Manna)

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