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ASTRA 2021

Recensione: Certainty of Probabilities

di 

- Il documentario found footage di Raluca Durbacă assembla un glorioso ritratto del 1968 rumeno mentre elabora sui mezzi e i significati della propaganda audiovisiva

Recensione: Certainty of Probabilities

Negli ultimi anni, il cinema rumeno ha rispolverato molti archivi audiovisivi locali, soprattutto grazie all'indagine sulla storia, sul nazionalismo e sulla responsabilità collettiva ad opera di Radu Jude attraverso i suoi saggi documentari The Dead Nation [+leggi anche:
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, ma anche nel suo ultimo lungometraggio di finzione Sesso sfortunato o follie porno [+leggi anche:
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, vincitore dell'Orso d'Oro. A differenza di Jude, che è molto critico nei confronti di quelle immagini dal punto di vista politico o le ironizza apertamente creando divertenti collage, accostando passato e presente, Certainty of Probabilities di Raluca Durbacă, in mostra all'Astra Film Festival, non si pone in feroce contraddizione con lo spirito dell'epoca, né mira a deridere l'immagine ufficiale della società propagandata dallo Stato. Scegliendo una forma più vicina al video-saggio, il regista cerca piuttosto di analizzare oggettivamente gli strumenti per costruire l'immagine di una nazione benestante e felice, un approccio che potrebbe essere riconosciuto non solo nei cinegiornali di propaganda comunista, ma anche in tutte le forme di opere audiovisive contemporanee che cercano di sottendere determinati messaggi. A questo proposito, più che raccontare di un anno concreto della storia rumena, il film trae conclusioni universali sull'applicazione dell'ideologia e sull'uso del linguaggio nella cultura audiovisiva, nonché sulla conoscenza e sull’apertura dei sensi indispensabili per una sua corretta interpretazione.

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Aprendosi con un'accattivante scena di stampo dadaista in cui uno struzzo batte ritmicamente con il becco su una macchina da scrivere, Certainty of Probabilities offre allo spettatore alcuni spunti di riflessione in merito alla scelta del titolo, che verrà poi rivisto con ulteriori dettagli. Oltre a questo, la narrazione a collage che si dipana presenta scene in qualche modo previste e tipiche dell'agit-prop dall'"anno più stabile, prospero e ottimista della storia della Romania socialista”: i progressi nell'edilizia abitativa e nell'istruzione, nell'agricoltura e nell'industrializzazione; gli ospiti stranieri sulla scena culturale locale e gli studenti mandati in Occidente a filmare e criticare la società consumistica mentre i loro connazionali in patria lavorano duramente sotto lo slogan “Alti redditi, basse spese!”. E, naturalmente, non manca il leader Nicolae Ceaușescu, che predica qua e là ponendo l’accento sul suo celebre discorso di sfida contro l'intervento delle truppe sovietiche a Praga nel 1968, un dettaglio che sottolinea lo status di indipendenza della Romania all'interno del Patto di Varsavia nel blocco orientale. Questo ritratto entusiasta di una nazione in via di sviluppo è sporadicamente intervallato da elaborazioni scritte sul predominio esclusivo dell'ideologia dominante, sull'uso del linguaggio come strumento di standardizzazione e sull'importanza della capacità del ricevente di decodificare i messaggi per interpretare le immagini proiettate. Sebbene la parte testuale non sia sempre perfettamente coerente con le immagini associate, il film raggiunge il suo obiettivo di fornire una riflessione critica e universalmente applicabile sui modi in cui i media lavorano con l'ideologia.

Durbacă ha ricercato e ripreso i filmati dello studio cinematografico statale più importante della Romania socialista, Alexandru Sahia, che, dagli anni '50, documenta la vita quotidiana nel Paese e l'evoluzione del regime comunista, seguendo le tendenze politiche del momento e rispettando i limiti imposti dalla censura.

Certainty of Probabilities è prodotto dalla ICON Production, con sede in Romania. Ruth Films si occupa della vendita e della distribuzione a livello internazionale.

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(Tradotto dall'inglese da Rachele Manna)

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