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AJB DOC 2021

Recensione: I Am Not Alone

di 

- Il documentario politico di Garin Hovannisian potrebbe non essere imparziale, ma è tecnicamente raffinato e ricco di emozioni

Recensione: I Am Not Alone

Nel 2019, quando la versione lungometraggio del documentario di Garin Hovannisian I Am Not Alone [+leggi anche:
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è stata presentata in anteprima a Toronto, si è trattata di un’opera cinematografica tempestiva e informativa che ha fatto luce sull'evento meno noto della "Rivoluzione di Velluto" dell'Armenia di un anno prima, in cui l'ex presidente e poi primo ministro Serzh Sargsyan è stato deposto durante una rivolta popolare non violenta. A due anni di distanza, è stato realizzato un nuovo montaggio televisivo della durata di 52 minuti, presentato in concorso all'AJB DOC Film Festival.

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Il protagonista del film, e della rivoluzione stessa, è Nikol Pashinyan, ex giornalista e politico dell'opposizione con scarso sostegno da parte degli elettori. Dopo il trauma della rivoluzione fallita nel 2008, quando i manifestanti pacifici si sono scontrati con la violenza della polizia, il cui risultato è stato la morte di dieci persone, il decennio di corruzione favorito da Sargsyan e il dubbio atto politico che gli ha permesso di scambiare la poltrona presidenziale con quella di primo ministro (trasferendo così il potere), Pashinyan, in preda alla disperazione, ha deciso di iniziare una marcia nella città di Gyumri e di condurla attraverso Vanadzor fino alla capitale, Yerevan, per impedire al Parlamento di eleggere Sargsyan come primo ministro. La marcia ha ottenuto un certo slancio attraverso i social media, ma il numero di persone che si sono riunite non è stato sufficiente a impedire la procedura. Attraverso alcune manovre rischiose, Pashinyan è riuscito a motivare le persone a esercitare sempre più pressioni su chi detiene il potere attraverso la disobbedienza civile. Il risultato è che Pashinyan è diventato il nuovo primo ministro, i suoi collaboratori i ministri, e hanno iniziato a combattere la corruzione del regime precedente.

Oltre a Pashinyan, i cui sforzi sono stati documentati sui canali social, il regista Hovannisian trova i suoi interlocutori nelle vesti della moglie di Pashinyan, Anna Hakobyan, anche lei giornalista di professione, e dei suoi avversari: il capo della polizia Valeriy Osipyan e lo stesso Sargsyan, il cui interesse per gli scacchi funge da ironica battuta finale del film, dato che viene superato in astuzia in questo gioco di tattiche politiche. Anche uno dei produttori del film e il compositore musicale, Serj Tankian (famoso per i System of a Down), appare davanti alla telecamera per fare alcuni commenti. L'atteggiamento del regista è chiaro: piuttosto politicamente schierato, ma comunque non immorale.

Nel suo format televisivo, I Am Not Alone è ancora più compatto e accessibile per lo spettatore rispetto alla sua versione lungometraggio. L'abbondanza di materiale girato sul campo, proprio sul luogo degli eventi, sia in formato professionale che amatoriale, invita a confronti con opere con piazza Maidan come sfondo, come Maidan [+leggi anche:
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(2014) di Sergei Loznitsa e Winter on Fire [+leggi anche:
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(2015) di Evgeny Afineevsky. Tali paragoni non vanno necessariamente a favore del documentario di Hovannisian, ma il risultato è comunque discreto. La fotografia di Vahe Terteryan è ricca di affascinanti "scene clou", e il montaggio di Barry Poltermann fonde in modo fluido le clip dei social media, mentre la colonna sonora di Tankian accresce sia la tensione che l'emozione. I Am Not Alone (il cui titolo è tratto dalla canzone dei manifestanti composta durante la marcia) è comunque un documentario di facile visione e comprensione riguardante una tematica di natura politica.

I Am Not Alone è una coproduzione armeno-statunitense di Avalanche Entertainment e Serjical Strike Entertainment.

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(Tradotto dall'inglese da Rachele Manna)

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