01/10/2021 - Il primo lungometraggio della giovane documentarista svizzera Julia Furer mette in scena i tormenti esistenziali di Samir, giovane marocchino alla ricerca del vero amore

Presentato in prima mondiale allo Zurich Film Festival nel concorso Projecteurs, il primo lungometraggio di Julia Furer Love Will Come Later [+leggi anche:
intervista: Julia Furer
scheda film] aveva già avuto la fortuna di essere selezionato in programmi importanti dedicati ai progetti in divenire come il DOK.forum Marketplace del DOK.fest München dove ha vinto, nel 2018 il Pitch Award della Haus des Dokumentarfilms o la Swiss Films Previews di Visions du Réel nel 2019.

Da sempre interessata alla forma documentaria, Julia Furer ci regala il ritratto sincero di un ragazzo alla ricerca di una felicità che si scontra con i precetti famigliari e le regole di una società sempre più codificata. Cos’è il vero amore? Può un sentimento così profondo e destabilizzante essere vissuto al di fuori di un quadro preciso che lo incanala e regola? Queste sono solo alcune delle domande alle quali Samir, il protagonista del film, cerca di dare delle risposte confrontandosi tanto con la mentalità occidentale importata dalle numerose turiste che abitano gli hotel di Marrakech quanto con i discorsi iper tradizionalisti delle sue sorelle. Incapace di rinunciare alla sua identità e cultura ed allo stesso tempo desideroso si scappare lontano per vivere i suoi sentimenti in tutta libertà, Samir si sente intrappolato in un Marocco pieno di contraddizioni. Julia Furer accompagna il suo giovane protagonista scrutandone gli stati d’animo fino nell’intimità della sua camera dove riceve la proposta di raggiungere il suo amore estivo in Europa. Eccitato ma allo stesso tempo spaventato da un’avventura che lo porterebbe lontano da una struttura famigliare al contempo soffocante e rassicurante, Samir si tira indietro sorprendendo molti dei suoi amici di scorribande. Imprigionato in un mondo complesso fatto di serate in discoteca con gli amici, flirts passeggeri con turiste in cerca di avventure spesso fugaci e discussioni profonde, che si trasformano in moniti, con sua mamma e le sue sorelle che sognano di vederlo sposato con una “brava credente”, il protagonista di Love Will Come Later prende infine una decisione inaspettata, quella di accettare di sposare una cugina che vive con la sua famiglia in Francia senza averla mai incontrata di persona. E se l’amore “arrivasse più tardi”, dopo il matrimonio, come glielo spiegano gli uomini più anziani di lui? Il film in ogni modo si conclude su questo quesito che porterà Samir lontano ma solo da un punto di vista geografico. Incapace di abbandonare completamente un modello matrimoniale fortemente patriarcale che cerca però di modellare sulle proprie credenze (uguaglianza fra moglie e marito e divisione dei compiti all’interno della coppia), Samir si imbarca in un’impresa titanica per non dire utopica: quella di conciliare tradizione (o meglio ortodossia) e progresso. Particolarmente interessante è la scelta della regista di indagare nel profondo di un personaggio maschile immerso in una società fortemente patriarcale di cui è fatalmente impregnato senza esserne completamente succube. Incapace di costruirsi la sua propria mascolinità, sfaccettata e in movimento, Samir sembra lottare contro i suoi proprio mulini a vento interiori alla ricerca di un equilibrio che gli sfugge incessantemente (e inevitabilmente) di mano.

Love Will Come Later è stato prodotto da Freihändler Filmproduktion GmbH, che si occupa anche delle vendite all’internazionale, la Zürcher Hochschule der Künste ZHdK e la SRF Schweizer Radio und Fernsehen.