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SITGES 2021

Recensione serie: Historias para no dormir

di 

- Grazie ai contributi di Rodrigo Cortés, Paco Plaza, Paula Ortiz e Rodrigo Sorogoyen, quattro capitoli della mitica serie di Chicho Ibáñez Serrador prendono nuova vita mezzo secolo dopo

Recensione serie: Historias para no dormir
Miki Esparbé in Historias para no dormir: Freddy

La leggendaria serie televisiva nata dalla mente febbrile di quel genio della tv (e del cinema: non dimentichiamo i suoi brutali La residencia e ¿Quién puede matar a un niño?) che sarà sempre Chicho Ibáñez Serrador non aveva bisogno di remake, perché la sua audacia narrativa e la messa in scena fantasiosa continuano a emanare forza, confusione e potere di seduzione. Ma sicuramente le giovani generazioni di telespettatori non la conoscerebbero – e la ripudierebbero anche visto che è girata in un antiquato bianco e nero e con una messa in scena teatrale – se quattro registi spagnoli non l’avessero reinterpretata oggi: il risultato, queste nuove Historias para no dormir [+leggi anche:
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, è stato presentato al 54° Festival di Sitges.

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Andiamo per capitoli. Il primo si intitola La broma ed è il più loquace e tragicomico. Con sceneggiatura, montaggio e regia di Rodrigo Cortés, il suo protagonista è Eduard Fernández (visto di recente in Mediterráneo [+leggi anche:
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), che interpreta un uomo che fa battute incontinenti, infelicemente sposato con Elena (Nathalie Poza, Goya per Il matrimonio di Rosa [+leggi anche:
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), che ha una relazione con Alberto (Raúl Arévalo, prossimamente in El lodo [+leggi anche:
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intervista: Iñaki Sánchez Arrieta
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). Quando gli innamorati cercheranno di far fuori il cornuto, tutto si complicherà in modo grottesco, perché non potrebbe essere altrimenti in una serie in cui i mostri assumono la forma delle miserie umane.

Un altro Rodrigo (Sorogoyen) firma – insieme a Daniel Remón – la sceneggiatura di El doble, il più schizoide dei quattro episodi. È interpretato da Vicky Luengo (Antidisturbios [+leggi anche:
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intervista: Rodrigo Sorogoyen
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), nei panni di un'attrice che ha una burrascosa relazione con Dani (David Verdaguer), un uomo insicuro che compra un androide a sua immagine e somiglianza che possa sostituirlo in alcuni momenti (non si capisce bene perché). Come già nel suo frammento di En casa (leggi la news), l'autore di Stockholm [+leggi anche:
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continua ad essere ossessionato dalle complessità della coppia e, seppur brevemente, offre a Verdaguer l'occasione di sfoggiare le sue invidiabili doti di ballerino. Ambientato in un futuro distopico in cui indosseremo maschere di design galattico, e traendo vantaggio dall'architettura moderna di Madrid, potrebbe adattarsi perfettamente alla serie Black Mirror.

Freddy di Paco Plaza (su sceneggiatura sua e di Beto Marini) è il capitolo più originale dei quattro, e crea una storia in cui lo stesso Chicho – che alcuni chiamavano l'Alfred Hitchcock uruguaiano – appare come un altro personaggio (incarnato da Carlos Santos), che, per tirar fuori da un attore timido (Miki Esparbé) il meglio che ha dentro (e il peggio, ovviamente!), gli regala una bambola diabolica che esprimerà al posto suo, in modalità ventriloqua, ciò che il povero disgraziato tace. È anche l’episodio più sexy grazie alla presenza di una splendida Adriana Torrebejano.

Infine, El asfalto, diretto da Paula Ortiz, è il più surreale (anche se ricorda La chispa de la vida [+leggi anche:
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intervista: Álex de la Iglesia
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di Álex de la Iglesia, un fan sfegatato di Chicho): un ciclista che fa consegne a domicilio (Dani Rovira), come se non bastasse la disgrazia di fare questo lavoro, passa un brutto pomeriggio intrappolato sull’asfalto della città, che lo sta lentamente inghiottendo in mezzo allo scherno, l'indifferenza e la morbosità dei suoi concittadini poco solidali. Un’aspra critica di quanto siamo rimasti egoisti dai tempi in cui Chicho realizzò l'originale decenni fa, con suo padre come protagonista.

Historias para no dormir (prima stagione) è una produzione ViacomCBS International Studios (VIS), Prointel e Isla Audiovisual per Amazon Prime Video (che la lancia in Spagna il 5 novembre) e RTVE.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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