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IFFR 2022 Concorso Big Screen

Recensione: The Island

di 

- Anca Damian rivisita l'incontro tra Robinson Crusoe e Venerdì attraverso una vivace opera d'animazione, politica, simbolica e poetica. Un vortice visivo contemporaneo e senza tempo

Recensione: The Island

"Ti insegnerò la poesia". Di tutti i cineasti che si fanno strada nello spazio potenzialmente molto creativo dell'animazione internazionale, la rumena Anca Damian è senza dubbio una delle artiste più importanti. Lo sapevamo già, come dimostrano i suoi avvincenti documentari animati (Crulic – The Path to Beyond [+leggi anche:
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e The Magic Mountain [+leggi anche:
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) e il meraviglioso Marona's Fantastic Tale [+leggi anche:
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(più accessibile ai giovani spettatori), ma con la sua nuova opera, The Island [+leggi anche:
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, presentata nel concorso Big Screen del 50° IFFR, la regista scatena la sua immensa immaginazione concettuale e visiva, forgiando un'opera per tutti i pubblici (con molteplici livelli di interpretazione) vertiginosa e abbagliante, musicale, surrealista, ecologica e umanista, assumendo senza compromessi tutta la singolarità della sua visione.

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Intrecciando la sua trama lussureggiante attorno alla famosa (e apparentemente semplice) storia delle disavventure di Robinson Crusoe e Venerdì, Anca Damian capovolge immediatamente la narrazione. Naufragato sulla sua isola, Robinson si dispera alle prese con la follia della solitudine, incatenato ad avidi sogni di opulenza consumistica (dagli ipermercati alle riviste culinarie) e al suo tablet. Ma poi arriva Venerdì, sopravvissuto tra i migranti smistati sulla spiaggia dai soldati che separano i morti dai vivi. In questo mondo "contorto", che "non gira bene", i nostri due protagonisti si scoprono, al di là delle parole, condividendo le loro sensibilità e fragilità. Robinson insegna a Venerdì a nuotare, ma anche la Sirena e le sue tentazioni sono in agguato.

Robinson decide quindi di andare alla ricerca del paradiso, accompagnato dalla ritrovata madre (di nome Mary, cfr. il sottotesto cristico del film) e da un pirata con due gambe di legno (un'altra propaggine dell'eredità di Daniel Defoe). Traversata del deserto, della foresta dei radar, arrivo alla Torre di Babele dove la guerra è una festa, cattura, rivelazione dei grandi segreti di famiglia, attraversamento di un cerchio di fuoco per scappare, mimetizzazione, piramide in mare e immersioni nelle profondità: il viaggio epico, fantasmagorico e simbolico di Robinson verso la libertà riecheggia la ben più realistica odissea parallela del migrante Venerdì (traversata dell'oceano, scafisti "cannibali", campo di detenzione, ecc.). Ognuno cerca la propria Terra Promessa e la troverà solo attraverso la riconciliazione, la pace, il perdono, l'accettazione del proprio doppio e il potere della Natura.

Ispirato all'opera teatrale Insola di Gellu Naum e dispiegandosi su una dimensione visiva di incredibile ricchezza ideata dalla regista e da Gina Thorstensen, The Island è scandito da canzoni, litanie, loop ripetitivi e musica "gitana", tutti elementi che sommati alla profusione narrativa possono dare una sensazione di sovrabbondante vortice sensoriale. Ma in realtà ogni parte del film è un tesoro e l'insieme è un tessuto formato da un'infinità di sofisticati fili che gli faranno attraversare il tempo della storia del cinema senza colpo ferire.

Prodotto dai rumeni di Aparte Film con i belgi di Take Five e i francesi di Komadoli Studio e di Special Touch Studios, The Island è venduto nel mondo da Best Friend Forever.

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(Tradotto dal francese)

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