email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

SUNDANCE 2022 Midnight

Recensione: Cerdita

di 

- Carlota Pereda gioca con il mito di Carrie, offrendo il tipo di film che vi farà passare la voglia di andare in vacanza in Spagna per sempre

Recensione: Cerdita

Molti partecipanti al Sundance di quest'anno hanno portato film basati o ispirati ai loro cortometraggi precedenti, da Jim Archer (Brian and Charles [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
) a Francisca Alegria (La vaca que cantó una canción sobre el futuro [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
), e ora Carlota Martínez Pereda. È una mossa rischiosa, poiché ciò che funziona tanto bene nel formato corto potrebbe apparire troppo stirato nella sua versione lunga, ma Cerdita [+leggi anche:
trailer
intervista: Carlota Pereda
scheda film
]
non è tra questi casi. Cerdita è una rivelazione.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Una rivelazione sconvolgente, senza dubbio, ma che riesce dove tanti film dell'orrore falliscono, ossia rendere credibile quasi tutto ciò che accade. Le vessazioni implacabili su Rosa (Laura Galán), soprattutto a causa del suo peso, la claustrofobia di una piccola città, i genitori che credono che quello che dicono non faccia male, solo perché pensano che sia per il bene dell’altro. E, quando arriva, la follia omicida, perché succede anche questo. Restiamocene a casa ad ascoltare canzoni pop motivanti, perché ciò che c'è lì fuori non vale la pena.

Rose non esce molto, in effetti. È difficile stabilire quando sia diventata il bersaglio preferito in città, ma la gente non le concede un attimo di tregua. È più grande, la sua famiglia gestisce una macelleria e suo padre dice alle ragazze della sua età che è stata lei stessa a sparare a quei deliziosi conigli (qualcosa che non ti rende molto popolare se sei un'adolescente). Non sembra felice, si mordicchia i capelli e usa i social per quello che sono stati creati: per farla stare peggio. Tuttavia, quando decide di osare, una bella giornata estiva in piscina si trasforma in un incubo poiché le sue molestatrici abituali non hanno niente da fare. Più tardi, umiliata e terrorizzata, si imbatte di nuovo in loro mentre vengono rapite da un uomo chiaramente squilibrato. Lei lo vede, lui la vede, ma dopo quello che le hanno fatto passare le sue aguzzine, ora vittime, Rosa lascia che la macchina si allontani senza dire una parola.

È allora che il film di Pereda diventa davvero, davvero interessante. Non è chiaro se Rosa rimanga ostinatamente in silenzio perché ha paura o perché c'è qualcosa che la soddisfa in quello che è appena successo. Per lei, potrebbe essere un atto di giustizia divina, una punizione che altrimenti non avrebbe potuto sperare e, per quanto inquietante possa essere quel pensiero, qualcosa che vorrebbe rimanesse così per il resto della sua vita. Ma la storia non finisce qui. Una volta che la madre di una delle sue "amiche" scomparse comincia a fare domande e viene ritrovato il cadavere di un bagnino – che, in modo abbastanza esilarante, lei non aveva notato prima, mentre scappava dalle “cattive ragazze” – Rosa è costretta a uscire da quello stato.

È ammirevole che Pereda non sia ossessionato dal rendere le cose facili. Gli atti di violenza non fanno la gioia di nessuno e Rosa stessa non è così comprensiva. Secondo alcune religioni, la violenza vissuta può trasformarti in un santo. Secondo i rapporti della polizia (o l'eccellente cortometraggio All Inclusive di Teemu Nikki), può farti venire voglia di ferire le persone o almeno guardarle farsi male. Anche Rosa ha bisogno di decidere chi vuole essere in questo scenario e il fatto che il misterioso assassino l'abbia aiutata in un certo modo, e potrebbe persino considerarla speciale, la confonde ulteriormente. È come leggere ancora una volta uno di quegli articoli sui complici di un omicidio, dove la frase spesso ripetuta "la gente pensa che fosse un mostro, ma con me è stato gentile" la dice lunga.

Non si può non menzionare Carrie quando si parla di Cerdita: ancora una volta, il corpo di una ragazza viene trattato come il suo principale nemico e le immagini di Galán ricoperta di sangue ricordano quel famigerato secchio. Ma questo film sta in piedi (e spezza il cuore) da solo, un lavoro incredibilmente abile che dimostra che una rivoluzione nel cinema di genere è davvero in corso, con Julia Ducournau e Mimi Cave (fresca del suo debutto rivelatore Fresh) tra le principali esponenti. Il secchio di sangue è facoltativo.

Cerdita è prodotto da Merry Colomer e David Atlan-Jackson per Morena Films, in coproduzione con Backup Media Studio, Cerdita Aie. Le vendite internazionali sono di Charades

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy