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IFFR 2022 Concorso Big Screen

Recensione: Splendid Isolation

di 

- Il sesto lungometraggio di Urszula Antoniak è un emozionante thriller da camera che si sviluppa sullo sfondo di vasti paesaggi vuoti e una partitura musicale paradisiaca

Recensione: Splendid Isolation
Anneke Sluiters e Khadija El Kharraz Alami in Splendid Isolation

Riprese dai droni di erba che ondeggia al vento e acque agitate riempiono la scena di apertura di Splendid Isolation [+leggi anche:
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intervista: Urszula Antoniak
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di Urszula Antoniak appena presentato in anteprima mondiale, online, nel concorso Big Screen dell'IFFR, e in effetti le sue splendide immagini meritano di essere viste dal vivo sale cinematografiche. Il sottofondo sonoro è incorniciato dal mottetto del “Filiae Maestae Jerusalem RV 638” di Vivaldi, il lutto per la morte di Gesù Cristo e della natura stessa. Quindi vediamo un corpo femminile vestito di tutto punto che galleggia sulle onde del mare, e anche se presto si rivelerà viva, con grande sollievo della sua ragazza ovviamente in ansia, una sensazione inquietante, simile all'obitorio ha già iniziato a permeare l'aria su quella costa lontana, il che implica che la morte sarà presente per l'intera durata del film.

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La pallida e malaticcia Anna (Anneke Sluiters) e l'oscura e combattiva Hannah (Khadija El Kharraz Alami) sono tutte sole su un'isola, attaccate l'una all'altra come lo yin e lo yang, una metafora visivamente confermata dal loro aspetto contrastante e da un'opera d'arte simbolica in bianco e nero, appesa al muro della casa che presto occuperanno e alla quale Anna alla fine darà fuoco. Ovviamente scappando da qualcosa, si rifugiano nella casa abbandonata in cui si trovano una pistola e una strana stanza insonorizzata al piano terra. Sebbene protette fisicamente, non riescono a sfuggire alla paura di un pericolo incombente, che presto prenderà la forma di una terza presenza, che interrompe l'isolamento che stanno cercando. È una paura che congela i loro sensi e blocca la gioia di stare insieme, come se anticipasse una tragedia imminente.

Sin dall'inizio della sua carriera cinematografica, Urszula Antoniak ha affrontato intimità, dolore, perdita e morte. Qui, Sluiters assomiglia fisicamente a Lotte Verbeek, che interpreta il personaggio principale nel commovente debutto della regista, Nothing Personal [+leggi anche:
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intervista: Urszula Antoniak
intervista: Urszula Antoniak
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, su una donna in lutto che si libera di tutte le tracce materiali della vita che ha condiviso con il suo amante morto, e si mette in viaggio come una vagabonda.

Invece Splendid Isolation esprime al contrario la premonizione di una perdita imminente con una trama che tende molto di più alla sensualità che alla narrativa, poiché, così com'è, ha lo scopo di rappresentare un sentimento. La stessa Antoniak spiega che la sua paura della morte, alimentata dalla pandemia, è stata l'ispirazione per la realizzazione del film, e si può riconoscere rapidamente il senso di disagio innescato dalla solitudine del lockdown, che ha lasciato la maggior parte di noi in modalità sopravvivenza.

Altro elemento legato al lockdown è la presenza costante di schermi e telecamere. Hannah e Anna sono costantemente seguite da un drone: osservano il mondo esterno, e l'un l'altra, attraverso una lente, e quindi la loro visione del mondo è in una certa misura mediata. Tale interposizione introduce la quarta parete tra il film e lo spettatore per ricordare che è tutta un'allegoria e che entrambi abitano un ipotetico spazio tra la vita e la morte. D'altra parte, gli ultimi 15 minuti sono sovraccarichi di tensione e letteralmente terrificanti: una sensazione sconvolgente legata all'inevitabilità della morte con cui è facile identificarsi. La suggestiva fotografia di Myrthe Mosterman, che fa buon uso dei colori freddi, conferisce all'immagine una sfumatura glaciale che ci gela fino alle ossa.

Splendid Isolation è prodotto dalla olandese Family Affair Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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