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BERLINALE 2022 Encounters

Recensione: A Little Love Package

di 

- BERLINALE 2022: Il quinto lungometraggio di Gastón Solnicki è un esperimento sconcertante reso ancora più confuso dall'essere pubblicizzato come una "commedia classica"

Recensione: A Little Love Package
Angeliki Papoulia (a sinistra) e Carmen Chaplin in A Little Love Package

Il quinto film dell'argentino Gastón Solnicki, A Little Love Package [+leggi anche:
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, è uno dei modi in cui la Berlinale dimostra in che direzione la sua giovane sezione competitiva Encounters vuole andare. Per questo è sconcertante che sia presentato come una "commedia classica", quando è raramente divertente, e salvo eccezione per la fotografia di Rui Poças e alcune musiche, c’è ben poco di classico.

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Angeliki (Angeliki Papoulia) vuole comprare un appartamento a Vienna, con l'aiuto della sua arredatrice Carmen (Carmen Chaplin). Questo accade nel 2019, quando il fumo è finalmente vietato nei bar della capitale austriaca, che aveva resistito eroicamente per decenni. Solnicki ritrae questa fine di un'epoca mostrando un vero caffè vuoto, appartenente alla famiglia Weidinger da quattro generazioni, e in esso l'attuale proprietario, Nikolaus, che mangia un uovo.

Carmen porta Angeliki attraverso la città storica, mostrandole tutti i tipi di posti, ma lei ha da ridire su ognuno di essi. E questo è il limite della narrazione del film in senso tradizionale, che poi vira su ramificazioni. Il narratore (lo scrittore messicano Mario Bellatin, che a un certo punto si mette a cantare il suo testo, in una tale caricatura che non riusciamo a seguire ciò che dice) menziona un meteorite proveniente da Marte che è atterrato in Marocco. Questo è un modo per mostrarci Nikolaus con Carmen nel museo della natura, dove lui, tra frammenti colorati di minerali, le dice che la prima reazione nucleare mai avvenuta in natura è successa a Gabon, due miliardi di anni fa. Seguono immagini di quelle che supponiamo essere le savane del Gabon, e poi scene girate in quella che sembra una salina, dove un uomo e un drone seguono un'ombra misteriosa.

Dopo che Angeliki ha finalmente scelto un appartamento, il narratore ci informa che Carmen è dovuta tornare a casa con "Uma" per visitare il padre malato. Sì, ci ricordavamo di un bambino, ma ce n'erano anche altri, che sembravano entrare e uscire dalle scene senza un contesto specifico. La vera famiglia di Chaplin è lì, in quella che concludiamo essere Malaga, ma perché Solnicki abbia deciso di mostrarci i loro battibecchi sulla responsabilità e la generosità - se non per collegarli a Carmen che prima non capiva perché Angeliki trovasse così difficile spendere i suoi soldi - è un dilemma.

Il finale ci riporta con Angeliki a Vienna, finalmente in una bella scena, una collisione di nostalgia e riconoscimento della realtà, magnificamente montata da Alan Martín Segal alla "Wonderful Life" di Black. Ma è troppo poco, e troppo tardi per un film di 80 minuti. Se non fosse stato interpretato da due attrici famose, avrebbe potuto anche essere un documentario sperimentale. Ci sono molti non professionisti nel film, ma fa poca differenza, perché non abbiamo idea di chi siano le persone che le attrici interpretano. Forse loro stesse?

Il pregio principale del film è il lavoro di uno dei più grandi direttori della fotografia del nostro tempo, Poças. Sceglie l'approccio più classico, con camera statica o dolly, che è certamente il modo giusto di filmare Vienna. Ogni inquadratura è magnificamente composta, e la luce è sempre perfetta: è una gioia assistere al lavoro di un maestro. Ma la sensazione di casualità che pervade il film rende difficile goderne sempre.

A Little Love Package è una coproduzione tra la compagnia austriaca Little Magnet Films e quella argentina Filmy Wiktora.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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