18/02/2022 - BERLINALE 2022: Adam Koloman Rybanský propone una commedia d'atmosfera su paura, pregiudizi e ostinazione, ambientata nella sonnolenta campagna ceca

L'Europa centrale e orientale sono state caratterizzate dall'ascesa locale di tendenze nazionalistiche e dal conservatorismo politico. In linea con l'attualità e con titoli di successo girati nella regione come The Citizen [+leggi anche:
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intervista: Adam Koloman Rybanský
scheda film], presentato in anteprima nella sezione Panorama della Berlinale, continua a esplorare questo problema e le sue conseguenze. Fortunatamente, il regista ha scelto il genere comico per affrontare l'argomento, appoggiandosi alla tradizione della New Wave ceca, quindi più che un film politico ci viene offerta una satira dei modi in cui l'ambiente e le abitudini collettive sono la vera ciliegina sulla torta, mentre i partecipanti e le loro azioni sono piuttosto il prodotto dei tempi in cui vivono e dell'ambiente in cui sono circondati.

Per superare la noia nella loro piccola città di provincia, dove il culmine del godimento è il consumo continuo di pinte di birra giorno e la notte, i vigili del fuoco volontari Standa e Bronya conducono le loro piccole battaglie contro minacce esterne come ad esempio gli effetti tossici delle scie chimiche. Le cose però si complicano quando durante i festeggiamenti pasquali nella piazza del paese un furgone finisce contro la fontana e l'autista scappa lasciandosi alle spalle il sospetto di un attentato terroristico. Bronya, che dalla morte della moglie soffre di depressione, alimenta ulteriormente le paure e si sente impegnato in una missione personale per proteggere ciò che è rimasto dal buon vecchio mondo così come lo conosceva. I festeggiamenti vengono bloccati il giorno successivo, il terrore si è ormai diffuso e anche quando le prove dimostrano che la causa dell'incidente non è una minaccia straniera ma un comunissimo stato di ubriachezza, Bronya non lascia trapelare  la verità in modo che le persone rimangano in allerta. Questo lo mette in conflitto con Standa che è relativamente sano di mente, nonostante sia incline a sostenere le convinzioni del suo amico e a spruzzare segretamente aceto sulla pancia della moglie incinta per proteggerla delle scie chimiche velenose.

Rybanský, che ha anche scritto la sceneggiatura, sta chiaramente prendendo in giro l'ascesa delle varie teorie complottiste, mentre in realtà simpatizza con coloro le cui menti sono state oscurate dall'isteria dei media. Allo stesso tempo, il tono diventa leggermente più serio quando si parla di xenofobia e della diffusa paura nei confronti dei rifugiati, ma le ragioni profonde di ciò non sono davvero sviscerate dal film, a parte alcuni riferimenti alla navigazione in Internet come fonte ultima di disinformazione. I personaggi sembrano banali, mentre i messaggi sono più audaci del necessario, ma c'è un fascino generale nell'atemporalità in cui vivono, così come nell'ode all'amicizia del finale.

Così vicino eppure così lontano dalla brillantezza dell'umorismo dell'assurdo ceco, Somewhere Over the Chemtrails rimane un buon esempio di cinema divertente grazie all'eccellente scelta di attori - l'esperto Miroslav Krobot nei panni del burbero Bronya e l'espressivo Michal Isteník nei panni dell'esitante Standa - e al delicato tocco del direttore della fotografia Matej Pinos (Circus Rwanda [+leggi anche:
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scheda film]) che riesce a catturare la bellezza mondana in una terra e paesaggi urbani apparentemente casuali.

Somewhere Over the Chemtrails è prodotto da Bratři in coproduzione con FAMU, Czech Television - Česká televize, FreeSaM e MagicLab, distribuito nella Repubblica Ceca e Slovacchia da Bontonfilm e venduto da Pluto Film.

(Tradotto dall'inglese)