email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2022 Forum

Recensione: Memoryland

di 

- BERLINALE 2022: Il secondo lungometraggio del regista vietnamita Kim Quy Bui è uno sguardo obliquo, spirituale e a tratti comico sulla morte e il lutto

Recensione: Memoryland

Il secondo lungometraggio di Kim Quy Bui, Memoryland [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, che ha avuto la sua prima europea nella sezione Forum della Berlinale, è intrappolato tra due modi di intendere la morte, e mette in scena uno strano connubio di spiritualità e pragmatismo. Il punto cruciale del film è che la morte è allo stesso tempo una cosa importante e trascendente, che implica una comunione sia con lo spirito che con il mondo naturale, e anche che ai parenti è impedito di condividere il lutto, preoccupati come sono del sistema funebre burocratizzato e del loro stesso dolore irrisolto per i defunti. Il recente film di Martin Scorsese The Irishman contiene una scena piuttosto cupa verso la fine, quando il protagonista va a comprare la sua stessa bara cercando di avere lo sconto; Memoryland coglie anche parte di questo spirito, mostrando come prepararsi alla morte non possa fare a meno di racchiudere anche una certa banalità.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Con tre filoni narrativi sovrapposti e un amore per il simbolismo che il pubblico potrebbe non cogliere sempre, Memoryland è un film sbilanciato, che tenta di trasmettere molto ma con una chiarezza ad intermittenza. Kim ci mette in un inquietante stato di sospensione nei due atti iniziali, in cui il parallelo tra le storie non convincono del tutto, solo per farle scattare una volta che il film arriva al dunque. Con il suo uso diegetico delle canzoni popolari vietnamite, il film ha una generale musicalità, che conferisce qualcosa di sfuggente da contemplare, piuttosto che spiegarla in modo razionale: la differenza, per usare i termini del film, tra un funerale tradizionale e le fredde porte d'acciaio di un crematorio.

Le scene iniziali di Memoryland ritraggono due decessi: prima il naturale trapasso di Me, una donna anziana, nel suo tugurio rurale circondato da cibo scartato e in decomposizione, e poi quella di un operaio edile di nome Doan, la cui responsabilità ricade sulla sua giovane vedova Moc Mien (Nguyen Thi Thu Trang). Significativi per Kim sono i diversi rituali di sepoltura accordati a queste due persone agli estremi opposti dal punto di vista dell’età: dopo un lungo dibattito tra i suoi figli, Me ottiene il lusso di un tradizionale funerale popolare, mentre Moc Mien, oltre a tutti i suoi doveri post mortem, è soggetta al rifiuto da parte della società a causa del suo status di vedova in lutto: "una donna single è solo sporcizia e spazzatura", semtenzia una sua conoscente più anziana.

Desiderando un po' di tregua dal suo calvario, Moc Mien si trasferisce nella città dove incontra e alla fine ospita Tuong (Vu Mong Giao), un uomo molto più anziano, che è l'altro personaggio chiave del film. Tuong è un artista di una certa fama, e i due sono in grado di darsi conforto l'un l'altro, ma senza che nulla di romantico accada tra di loro; lo svelare il legame dell'artista più anziano con la famiglia di Me dà al film una tardiva catarsi emotiva.

È possibile individuare l'influenza del maestro thailandese Apichatpong Weerasethakul su Kim, nel suo interesse a cancellare la distinzione tra vivi e morti, così come nella dipendenza dall'atmosfera e dai cenni sulla totale trasparenza della narrazione. Ma che Memoryland non abbia mai veramente a che fare con il concetto di memoria è allo stesso tempo una delusione, e un’imprecisione rispetto al suo titolo: parlando di uno stile di vita del Vietnam del Nord chiaramente in declino, ma con dettagli scarsi (al di là del collegamento di Doan con la riurbanizzazione di Hanoi), questo filone narrativo è decisamente opaco piuttosto che essere provvidenzialmente confuso, rispetto alla lotta con la morte dei suoi personaggi.

Memoryland è una coproduzione tra Vietnam e Germania di CineHanoi, Scarlet Visions Gmbh e Scarab Film.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy