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FILM / RECENSIONI Francia

Recensione: Selon la police

di 

- Frédéric Videau analizza sotto forma di finzione e intrecciando più traiettorie, la vita quotidiana della polizia stradale, riflesso di una società in pieno malessere

Recensione: Selon la police
Patrick d'Assumçao e Simon Abkarian in Selon la police

"Siamo soli come cani. La gente ha così tanto odio. Ci esploderà in faccia". "Siamo qui per tenere il coperchio sulla pentola ed evitare che la merda trabocchi". Il tono è stabilito: non siamo in un film romantico, ed è proprio nei bagni di una stazione di polizia dove un agente sta bruciando il suo tesserino in un lavandino dopo aver rifiutato di stringere la mano a un ministro in visita, che si apre Selon la police [+leggi anche:
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di Frédéric Videau, lanciato oggi nelle sale francesi da Pyramide.

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Con il suo terzo lungometraggio di finzione dopo Variété Française (Settimana della Critica veneziana nel 2003) e À moi seule [+leggi anche:
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(in concorso alla Berlinale 2012), il regista affronta a sua volta, attraverso un film corale sociologico e un'immersione psicologica nella tragedia banale della vita quotidiana, un tema che ultimamente sta trascinando la società francese in tutte le direzioni e di cui il cinema ha recentemente esplorato diverse sfaccettature attraverso una gamma molto ampia di generi, in particolare il documentario Un pays qui se tient sage [+leggi anche:
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di Thierry de Peretti.

Saldamente ancorato alla realtà (reception della stazione di polizia, uffici e corridoi, pattuglie stradali, alloggi, ecc.), Selon la police dipinge un quadro composito del disordine provato dagli agenti di polizia di base, dal semplice poliziotto di strada. Senza eclissare i loro difetti (sensazione di impunità per alcuni, errori occasionali, persino razzismo), il film descrive soprattutto un sentimento di disperazione, quasi impotenza, che riflette l'atomizzazione e la miseria della società, ed erode quel senso di vocazione che si ritrova combattuto tra il desiderio di servire e incarichi che si rivelano missioni senza fine. Dalla raccolta di denunce più o meno deliranti ai rinforzi negli aeroporti per l'espulsione dei clandestini, passando per la ridicola caccia ai venditori ambulanti, il tutto avvolto in una profonda solitudine legata all'istintiva sfiducia della popolazione nei confronti della divisa, Frédéric Videau crea un film intransigente, a livello molto umano. Uno specchio costruito in un giorno e una notte di lavoro di cinque personaggi principali, i giovani agenti di supporto Zineb (Sofia Lesaffre) e Joël (Émile Berling), i più temprati titolari Drago (Alban Lenoir) e Tristan (Simon Abkarian), e la madre di famiglia in fase di riqualificazione Delphine (Lætitia Casta); e ogni traiettoria incrocia quella del "disertore", il veterano Ping-Pong (Patrick d'Assumçao) che vaga senza meta per le strade della città.

Il film, che illustra perfettamente le frustrazioni provate dalle forze di polizia che operano ai livelli inferiori della piramide gerarchica e sociale, presenta i vantaggi e gli svantaggi del suo approccio alla complessità. I tanti piccoli tocchi della trama restituiscono con cura la realtà senza scivolare nella caricatura e il regista presta spazio sufficiente a ogni situazione, permettendo loro di prendere vita. Tuttavia, le interpretazioni piuttosto disomogenee e una convergenza alquanto artificiale della narrazione verso l'epilogo allontanano purtroppo il film, nel suo tratto finale, dal realismo sociologico, frammentato, disincantato e banale che lo rende così interessante.

Prodotto da Bus Films, Selon la police è venduto nel mondo da Pyramide.

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(Tradotto dal francese)

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