email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

SALONICCO DOCUMENTARI 2022

Recensione: A Marble Travelogue

di 

- Il sagace documentario di Sean Wang racconta la storia improbabile ed epica della connessione tra il marmo greco e il più grande mercato della pietra del mondo in Cina

Recensione: A Marble Travelogue

Il documentario di Sean Wang A Marble Travelogue è stato presentato in anteprima mondiale all'IDFA ed è ora proiettato al Concorso internazionale del Festival del documentario di Salonicco. Il film esplora la globalizzazione attraverso la storia del marmo greco che viene estratto dalle cave del Peloponneso e spedito in Cina. Esso viene poi utilizzato per realizzare statue e colonne neoellenistiche, oltre a souvenir che poi ritornano in Europa. Se acquisti un magnete con la Torre di Pisa, sarà quasi sicuramente prodotto in Cina.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Il boom economico cinese e la crescita del debito greco hanno coinciso e hanno creato un mercato tutto nuovo che riflette la globalizzazione su una scala epica e spesso assurda, come vediamo in questo documentario articolato e straordinariamente sagace. La Cina investe molto in Grecia: la sua compagnia statale COSCO ha acquistato il porto del Pireo nel 2016. Un avvocato cipriota ben inserito e le sue figlie gemelle, Marianna e Sofia, perfettamente simili, perfettamente elleniche e sempre sorridenti, si sono ritagliati una nicchia soddisfacendo la crescente classe dei nuovi ricchi cinesi: sono gli ambasciatori ufficiali dell'amicizia sino-greca. Portano investitori e turisti cinesi in Grecia, mediano accordi tra aziende e promuovono la cultura greca in Cina.

Nel frattempo, Wang ci mostra come la Cina sia ora il più grande mercato di pietre del mondo. Ufficialmente nominato Artista dell'Artigianato Nazionale, ha un esercito di lavoratori che trattano il marmo e altri tipi di pietra e producono repliche di famosi monumenti storici e sculture europei, uno status symbol per i ricchi cinesi. Ci sono intere città con castelli finto-medievali, Acropoli e cattedrali di Notre-Dame, ma le sue sculture più piccole vengono esportate anche in Italia: è raffigurato in piedi accanto a una di esse ai piedi del Colosseo. Vengono vendute a un prezzo maggiore quando portano etichette italiane, ma l'artista si rammarica del fatto che il suo nome sarà dimenticato.

Uno scultore francese ha un'azienda che realizza interi edifici in pietra calcarea. Lo faceva negli Stati Uniti, ma ha trovato un posto molto più redditizio dove farlo nella città della più grande fabbrica di pietra del mondo, Guangzhou, dove non esistono norme sindacali o di sicurezza così restrittive. In una fabbrica di souvenir a conduzione familiare, la squadra del film intervista una ragazza di circa dieci anni che dice di non aver paura della polvere, anche se inizia a tossire.

Tra questi segmenti narrativi, Wang ci mostra la lavorazione della pietra stessa, offrendo immagini industriali molto tattili in cui macchine e uomini lavorano con il materiale bianco accecante. Ci sono anche inquadrature estremamente ampie di enormi lastre di marmo e delle enormi navi mercantili su cui vengono trasportate, o immagini surreali e intricate, come un gruppo di donne cinesi che ballano davanti a una replica della Torre Eiffel, con, in lontananza, enormi torri residenziali. Nell'inquadratura, le figure umane appaiono piccole rispetto agli sfondi colossali, rispecchiando il posto dell’individuo nell'economia mondiale, e la bizzarria di alcune di queste immagini è automaticamente abbinata a un umorismo impassibile.

La globalizzazione è stata raramente ritratta in modo così penetrante in un film che non è un semplice documentario investigativo. Anche se Wang ha dovuto fare un passo indietro per poter cogliere questo quadro straordinariamente ampio, tocca anche aspetti personali dell'argomento, ad eccezione di Sofia e Marianna: la loro immagine pubblica è così perfetta da essere impenetrabile, anche quando Wang le filma mentre si truccano a vicenda.

A Marble Travelogue è una coproduzione tra l’olandese MUYI Film, la società di Hong Kong Blackfin Productions, la francese Little Big Story e la greca Anemon Productions. La compagnia parigina Rediance detiene i diritti internazionali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy