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VISIONS DU RÉEL 2022 Concorso Burning Lights

Recensione: Getting Old Stinks

di 

- Peter Entell ci racconta il quotidiano di un uomo ormai anziano (suo padre), che si è ritrovato ad allevare da solo i suoi quattro figli

Recensione: Getting Old Stinks

Ci sono voluti ben quindici anni a Peter Entell per riuscire a visionare e a rielaborare le numerose riprese che ha fatto di suo padre (che ha seguito per altrettanti quindici anni) residente negli Stati Uniti. Una lunga attesa per un regista che non punta spesso (per non dire mai) la cinepresa verso di sé, verso il proprio vissuto. Le immagini che ci regala, pudiche e coraggiose, parlano più delle parole stesse e ci confrontano con una realtà, quella legata alla vecchiaia e ai legami famigliari che tendiamo spesso a mettere in sordina.

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Il regista statunitense ma svizzero d’adozione torna con Getting Old Stinks a Visions du réel dove aveva già presentato nel 2018, sempre nel Concorso Burning Lights, Sisters [+leggi anche:
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. Se il suo film precedente si concentrava già sui legami famigliari: quelli fra due sorelle separate alla nascita, Getting Old Stinks si spinge ancora più in là svelando una faccetta inedita di un regista implicato. Il film ci trasporta infatti nel cuore della storia famigliare del regista capitanata da un padre gioviale e tenero che si intuisce però essere abitato da molte zone d’ombra: l’immigrazione a soli due anni e la perdita precoce della moglie che appare nel film solo some un’ombra e di cui non discute mai con il figlio.

Sotto le sembianze di un “film di famiglia”, Getting Old Stinks si rivela più complesso, un racconto fatto di tanti strati che si sfiorano interagendo solo a tratti. Da un lato abbiamo la storia del padre del regista che si mescola con la problematica dell’invecchiamento, dall’altro quella della madre che, morta improvvisamente ancora giovane, non si è mai confrontata con il passare del tempo. Parallelamente si delinea però anche un’altra storia, quella del regista e del suo rapporto con queste due figure centrali che custodiscono segreti che resteranno tali. Fra le pieghe di questi differenti racconti si nascondono infine una serie di micro verità, come il fatto che il padre, ora così fragile e bonario, non sapendo come “educare” il figlio lo picchiava, che complicano il quadro d’insieme regalando alla storia un inaspettato alone di mistero.

La voce del regista, spesso assente nei suoi film, si manifesta per commentare una realtà che appartiene solo a lui ma che, allo stesso tempo, parla a tutti noi: il rapporto che si istaura con i propri famigliari fatto d’intimità ma anche di mistero. Con i suoi commenti, Entell scava in una rete di relazioni molto densa composta da rituali, da una sottile dose d’umorismo e da ferite ancora troppo dolorose per essere affrontate. Come la vita stessa, il film si compone di scene che sembrano ripetersi all’infinito: i compleanni festeggiati sempre nello stesso ristorante dove si dicono le stesse battute, i cioccolatini al kirsch portati dalla Svizzera e l’immancabile canzoncina sugli abbracci che il padre non smette di recitare. Un movimento ciclico marcato da sottili ma significativi cambiamenti che sottolineano l’inarrestabile passaggio del tempo: i vuoti di memoria e i movimenti che si fanno sempre più lenti.

Malgrado i temi affrontati: la vecchiaia (quella dei propri genitori ma di riflesso anche la propria) e la perdita delle persone care, Getting Old Stinks riesce comunque, grazie all’umorismo e alla generosità dei suoi protagonisti, ad evitare di cadere nel nichilismo puro. Un barlume di luce al quale ognuno può dare il significato che crede.

Getting Old Stinks è prodotto da Show and Tell Films che si occupa anche delle vendite all’internazionale.

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