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VISIONS DU RÉEL 2022 Concorso

Recensione: Éclaireuses

di 

- Lydie Wisshaupt-Claudel dipinge con pazienza e poesia il quotidiano di due insegnanti fuori dal comune alle prese con bambini stressati e traumatizzati che lottano per esistere

Recensione: Éclaireuses

Nella multiculturale e contrastata città di Bruxelles si trova una scuola che non assomiglia a nessun’altra dove i bambini imparano a vivere al ritmo di una società che tende ad escluderli, per incomprensione o semplicemente per facilità. La Petite École, capitanata dalle straordinarie Marie e Juliette, accoglie bambini dai sei ai quindici anni che non sono mai andati a scuola e che molto spesso hanno conosciuto l’esilio e la violenza. Insieme, adulti e bambini, cercano di costruire un mondo che possa accoglierli entrambi, che permetta ad ognuno d’esprimersi senza temere giudizi.

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Maggioritariamente filmato all’interno della piccola scuola creata da Marie e Juliette, Éclaireuses di Lydie Wisshaupt-Claudel, presentato in prima mondiale nel Concorso Internazionale di Visions du réel 2022, brilla d’una luce potente ed inaspettata che sembra ritrascrive l’energia che la abita. Tra le sue quattro mura, le insegnanti cercano di ridare ai bambini una struttura basata su rituali che ritmano il quotidiano, che lo strutturano e gli danno senso.

Prima di poter immaginare d’integrare un sistema scolastico “rigido” che non hanno praticamente mai conosciuto, gli allievi della Petite École devono infatti rimparare a vivere in un contesto a loro estraneo. Molto spesso confinati.e all’interno del cerchio famigliare, i.le bambini.e e ragazzini.e (fra i sei e i quindici anni) che ogni giorno illuminano la scuola nel cuore di Bruxelles imparano, grazie a Marie e Juliette ad aprirsi al mondo, ad interagire fra loro, a ritmare le loro giornate. Evidentemente il percorso è lungo e l’arrivo (sempre che ce ne sia uno) incerto, ma ciò che conta veramente è provarci liberandosi dai rigidi paradigmi che la scuola classica inevitabilmente impone. Come si può pretendere che un.a bambino.a riesca a seguire un programma tradizionale quando non possiede i codici per decifrarlo, quando nessuno gli ha mai insegnato cosa significa essere un.a allievo.a?

La cinepresa di Lydie Wisshaupt-Claudel, che si concentra spesso sui visi riflessivi e attenti di Marie e Juliette (mentre parlano con i bambini o quando discutono insieme ad altri professionisti della situazione che vivono al quotidiano) ne capta l’infinita pazienza e l’impegno che mettono in quella che per loro è una vera e propria missione. Osservare, condividere, riadattarsi e proporre senza sosta soluzioni nuove a situazioni in costante mutamento: imparate a formare le lettere tracciandone il contorno nella sabbia o sfogare la rabbia picchiando con un martello su un chiodo, è ciò che le insegnanti fanno ogni giorno. Quello di Marie e Juliette è un vero e proprio lavoro d’immersione che esclude la presenza di traduttori puntando invece sull’apprendimento progressivo via l’ascolto e la condivisione.

Rimettendosi costantemente in questione, riflettendo ad ogni strategia possibile per coniugare autorità e gentilezza, le due insegnanti riescono a costruire un legame forte con i loro allievi. Sebbene fidarsi delle proprie intuizioni liberandosi dagli automatismi che la scuola classica ha inculcato anche a loro non si sempre facile, Mari e Juliette non perdono mai la speranza e continuano, con una costanza assolutamente ammirevole, a credere nella potenza della condivisione. Vero e proprio laboratorio di ricerca, la Petite École è ben più di una semplice scuola, è un luogo dove sognare un mondo più giusto che nasce dall’incontro e dall’ascolto. Éclaireuses è un film luminoso e delicato che si trasforma in lezione di vita.

Éclaireuses è prodotto dalla belga Les productions du verger.

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