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CANNES 2022 Proiezioni speciali

Recensione: Marcel!

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- CANNES 2022: Una bambina ama sua madre che ama il suo cane nel primo film da regista di Jasmine Trinca, uno sguardo personale a un travagliato rapporto madre-figlia che strizza l’occhio al cinema muto

Recensione: Marcel!
Alba Rohrwacher e Maayane Conti in Marcel!

Nel 2020, l’attrice italiana Jasmine Trinca (una delle più apprezzate della sua generazione, premiata a Cannes per il suo ruolo in Fortunata [+leggi anche:
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) esordì dietro la macchina da presa con un cortometraggio, presentato a Venezia in Orizzonti, che ritraeva, senza dialoghi, una madre e una figlia che passeggiano tra le rovine di una Roma assolata e deserta, si cercano e si sfuggono, trascinando una grossa valigia e scambiandosi continuamente i ruoli (Being My Mom). Ora, quei due stessi personaggi, con le stesse rispettive interpreti (Alba Rohrwacher e Maayane Conti), li ritroviamo in Marcel! [+leggi anche:
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, il debutto di Trinca nel lungometraggio presentato tra le Proiezioni speciali del 75° Festival di Cannes.

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L’attrice-regista (quest’anno sulla Croisette anche come membro della giuria internazionale) espande quindi l’universo del suo corto, attingendo a ricordi personali mischiati con la fantasia, per ritrarre un travagliato rapporto madre-figlia attraverso gli occhi di una bambina che desidera essere vista e amata da questa sua mamma eccentrica, distratta, inafferrabile, che lascia il frigo vuoto e sembra avere occhi solo per il suo cane, Marcel.

Di fatto, il cane è l’unico personaggio del film ad avere un nome proprio. Su di lui si concentrano tutte le attenzioni della madre, un’artista di strada molto rétro (“una Buster Keaton travestita da pantera, buffa ma sensuale”, la definisce la regista) il cui pezzo forte è una performance che vede protagonisti lei e Marcel, e che culmina in un appassionato bacio finale tra loro due. Il tutto sotto lo sguardo dolente della figlia, una ragazzina esile, taciturna, che suona il sax (ma sua madre non le permette di esibirsi insieme a lei), orfana di padre (sua nonna, Giovanna Ralli, non perde occasione per tessere le lodi di quel figlio “artista, sempre allegro, irresistibile” che ora non c’è più e, dice, la guarda da un aereo), una bambina alla disperata ricerca delle attenzioni di sua madre e che comincia a vedere quel cagnolino tanto amato come un rivale.

Un giorno Marcel ha un incidente, la madre è inconsolabile e sprofonda nella depressione, la figlia si prende cura di lei, fa la spesa, le dà da mangiare. Ma c’è un importante festival di artisti di strada al quale devono partecipare, quindi si mettono in viaggio, e la seconda parte del film si trasforma in una sorta di road movie fiabesco, tra fiere di paese, luna park, sosia di Albano e Romina, e una sosta in campagna presso la dimora della cugina snob (Valentina Cervi), circondata dai suoi amici cacciatori di cinghiali (tra cui Giuseppe Cederna), dove la street performer incarnata da Rohrwacher – in questo contesto simile a un’aliena – intavola discussioni per nulla amichevoli sull’arte, la caccia, l’oltretomba… “Si crede di essere la reincarnazione di Pina Bausch e Marcel Marceau insieme”, dice sprezzante sua cugina, e non esita a spedire le due ospiti a dormire nel fienile.

Scritto con Francesca Manieri, Marcel! rivela uno sguardo cinematografico molto personale e poetico, è un omaggio alla creatività (“All’arte si deve la vita” viene più volte ripetuto) che strizza l’occhio al cinema muto e a Charlie Chaplin, e che nei momenti di intimità tra le due protagoniste, un’intimità dolce e sofferta allo stesso tempo, trova i suoi momenti migliori, più sinceri e struggenti. Un’occasione per Alba Rohrwacher per dare briglia sciolta al suo estro interpretativo, qui in chiave circense, e per la piccola Maayane Conti – che, con i suoi grandi occhi da E.T., Trinca vorrebbe diventasse la sua Antoine Doinel – di far conoscere la sua espressività magnetica.

Marcel! è prodotto da Cinemaundici e Totem Atelier con Rai Cinema, in collaborazione con Phon Films e con Vision Distribution. Le vendite internazionali sono affidate alla società francese Totem Films.

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