14/06/2022 - Con un'opera prima perfettamente trasparente, Floor van der Meulen scandaglia in modo sottile e senza eccessiva gravità il tema del rispetto del libero arbitrio nella scelta di vivere o morire

"Vi amo, ma devo dirvi una cosa e spero che rispetterete la mia scelta, anche se non vi piace. Ho deciso che il mio prossimo compleanno sarà l'ultimo". Jan ha 74 anni ed è in buona salute quando comunica alla figlia e al figlio sbalorditi la sua decisione ben ponderata di porre fine alla sua vita ("perché sto ancora bene, ma non voglio dipendere da voi o dai dottori, o cose del genere; ci penso da diversi anni"). Il tema dell’eutanasia è messo sul tavolo fin dall’inizio del film e trattato con grande intelligenza e sensibilità (senza pathos mortifero, ma ovviamente in tutta la sua dimensione struggente) dall'olandese Floor van der Meulen con Pink Moon [+leggi anche:
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intervista: Floor van der Meulen
scheda film], il suo primo lungometraggio di finzione, presentato in prima mondiale al Tribeca Film Festival nel concorso International Narrative.

"Ora potete abituarvi all'idea". Il calmissimo e determinato Jan (il belga Johan Leysen) ha già programmato tutto: la scadenza tra due mesi, il prodotto necessario (una polvere), il protocollo. Per i suoi due figli, invece, è naturalmente tutta un'altra storia. Il figlio, Ivan (Eelco Smits), dopo aver preteso spiegazioni ("non capisco proprio. Sei sano, hai Iris, hai me, non sei su una sedia a rotelle, fai il baby-sitter ogni martedì, hai nipoti, vivi in ​​una casa fantastica, sei indipendente. Perché?") sceglie di rispettare il desiderio del padre ("sono stanco di vivere") e partecipa all'organizzazione dell'evento quasi come se fosse un progetto imprenditoriale (una pianificazione precisa e quasi una prova generale, una compravendita immobiliare preliminare per evadere le tasse, una distribuzione anticipata dei beni, ecc.). Sua sorella, invece, l'impulsiva Iris (Julia Akkermans), la protagonista del film, non ci sente affatto da quell'orecchio ("non capisco e non voglio capire") e rimuginerà, si agiterà e opererà per far cambiare idea a suo padre...

Scritta da Bastiaan Kroeger, la sceneggiatura di Pink Moon seziona metodicamente tutte le sfaccettature dell'opportunità o meno di accettare l'eutanasia di una persona cara. Questa spinosa questione del rispetto del libero arbitrio altrui si pone in maniera tanto più frontale, affascinante ed empaticamente commovente e complessa in quanto Jan è ancora in pieno possesso dei suoi mezzi fisici (contrariamente alla pesante situazione medica di Quelques heures de printemps [+leggi anche:
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scheda film] o È andato tutto bene [+leggi anche:
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scheda film], per esempio). Ma è soprattutto la giustezza del tono (e la qualità degli interpreti) trovata dalla regista che dà al film tutta la sua seduttiva energia al di là dell'estrema gravità del soggetto. Attraverso sequenze che si prendono il tempo di esplorare i volti, le reazioni più o meno controllate e tutti i piccoli dettagli sottili che intrecciano le esperienze (compresi accordi e disaccordi) di una famiglia, Floor van der Meulen riesce a iniettare nel dramma una forma di leggerezza, persino di umorismo ("se avete domande, ecco l'uomo che ha vissuto qui metà della sua vita, mio ​​padre Jan che morirà il 28 novembre esattamente dove ci troviamo noi"), disinnescando puntualmente la bomba emotiva che la trama porta comunque a conclusione senza deviazioni. Diretto con perspicace misura e umana trasparenza su una questione sociale ricondotta alla sua prospettiva individuale, Pink Moon è un'ottima opera prima, che non cerca di imporre il proprio punto di vista, ma di ridefinire i confini dell'amore filiale.

Prodotto dagli olandesi di KeplerFilm con gli sloveni di Tramal Films, Pink Moon è venduto da Urban Sales.

(Tradotto dal francese)